Faragola di Puglia: una villa romana nel tramonto dell’Impero Alla fine della romanità

Archeologia Viva n. 120 – novembre/dicembre 2006
pp. 40-53

di Giuliano Volpe e Maria Turchiano

L’Apulia tardoantica ci ha lasciato la grandiosa testimonianza di una raffinata residenza di campagna

dove si riflettono ricchezze ideologia usi e gusti di una classe sociale potente e sicura di sé in una terra che ancora non sembrava risentire della crisi che si stava consumando nel mondo romano

C’è chi l’ha definita la Piazza Armerina di Puglia. E in effetti la residenza tardoantica in corso di scavo in località Faragola, nel territorio di Ascoli Satriano (Fg), l’antica Ausculum, presenta caratteri di eccezionalità, richiamando gli splendori così ben conservati e noti della siciliana villa del Casale. Anche se l’area finora indagata, circa 1500 metri quadri, è solo parte di un complesso molto più vasto e articolato, la villa di Faragola, databile fra IV e VI sec. d.C., si presenta già come uno dei più significativi esempi di residenze rurali tardoantiche nell’Italia meridionale.

Le ricerche stanno ricostruendo una lunga vicenda, a partire dalle fasi insediative che precedettero la villa, prima della conquista romana della Daunia avvenuta tra fine IV e II sec. a.C.: per l’età daunia nella stessa area è presente un abitato rurale, al momento attestato solo da una piccola porzione di mosaico a ciottoli databile al IV-III sec. a.C. Alquanto limitati sono, finora, anche i dati per l’età tardorepubblicana (I sec. a.C.) e per la prima e media età imperiale (I-II sec. d.C.), alla quale risale la prima fase della villa di Faragola, come documentano alcune strutture murarie in opus incertum riutilizzate come fondazione di muri della residenza nella sua straordinaria fase tardoantica.

Il sito di Fargola ha una collocazione per più versi strategica, rispondente ai precetti degli agronomi romani Catone, Varrone e Columella, relativi alla scelta del luogo ideale per la costruzione di una villa: l’edificio è posto su un pianoro alle ultime propaggini collinari che delimitano la fertile valle del Carapelle, a soli cinque chilometri da Ausculum, del cui territorio questa proprietà faceva parte, e a nove da Herdonia. La villa era dunque vicina a due importanti centri urbani, nei ci mercati potevano essere venduti prodotti freschi e acquistati i generi necessari alla vita dell’azienda agricola.

Ma ciò che rendeva l’area di Faragola particolarmente adatta all’insediamento era l’ampia disponibilità d’acqua, garantita da molte sorgenti e dal fiume. Infine, la villa non era isolata, ma sorgeva lungo un’importante arteria, che, oltre a dare sicurezza, garantiva facili collegamenti: la via Aurelia Aeclanensis o Herdonitana, strada che assunse particolare rilievo proprio in età tardoantica, realizzata con funzioni di “bretella” per collegare Aeclanum, cioè le zone interne appenniniche, attraversate dalla  via Appia, alla via Traiana, intercettata a Herdonia. […]