Soprintendenza del Mare in Sicilia Archeologia subacquea

Archeologia Viva n. 119 – settembre/ottobre 2006
pp. 74-75

di Raffaella Branzi Maltoni

La Regione Siciliana si è dotata di una soprintendenza specifica per la difesa e la valorizzazione dei beni culturali sommersi

Efficienza operativa o burocrazia aggiunta? Per capire questa struttura unica a livello nazionale abbiamo intervistato il suo “fondatore” e attuale soprintendente Sebastiano Tusa

D: Andiamo alle origini. Com’è nata la Soprintendenza del Mare?

R: Questo nuovo ufficio di tutela, unico in Italia per le sue competenze, ha una data di nascita ufficiale, il 17 settem­bre del 2004, quando venne istitui­to grazie a una legge della Regione Siciliana ai fini della «tutela, ricerca e valorizzazione dei beni cultura­li e archeologici sommersi». Ma questa decima soprintendenza della Sicilia non è che l’approdo, visto che si parla di mare, di un percorso iniziato almeno quattro o cinque anni prima con la creazione, all’interno del Centro regionale per la progettazione e il restauro di Palermo, del Gruppo d’intervento di archeologia subacquea per la Sicilia, più noto semplicemente come Giass.

Il passo successivo fu la creazione di un Servizio per il coordinamento delle ricerche archeologiche subacquee (Scras). Da queste esperienze ecco infine la Soprintendenza del Mare, che accorpa in un unico organismo tutte le competenze relative al patrimonio culturale sommerso della Sicilia. Con un valore aggiunto, perché la Soprintendenza del Mare non si occupa solo di archeologia ma di cultura del mare in generale. […]