Luni: una città dedicata alla Luna Sulle strade dei Liguri

Archeologia Viva n. 119 – settembre/ottobre 2006
pp. 20-39

di Anna Maria Durante e Altri

Sullo sfondo di montagne biancheggianti di marmi e alla foce di un fiume che segna il confine tra i bassi litorali della Toscana e le dirupate coste della riviera ligure la colonia romana di Luni sorse con le migliori premesse per diventare un brillante centro della romanità in un territorio che era stato fra i più ostili alle conquiste dei Quiriti

Elementi fondamentali del suo successo economico furono le vie terrestri fra la fascia costiera tirrenica e la pianura padana nonché il flusso delle merci che transitava dal suo porto strategicamente sorto sulle rotte del Mediterraneo occidentale

Secondo Strabone (Geografia V, 2, 5) i Greci che solcavano il Mediterraneo occidentale lungo le rotte per Marsiglia, la Massalia colonia dei Focesi, chiamarono la città e la baia dai molti approdi alla foce della Magra con il nome di Selene, la divinità astrale che, trasvolando il cielo con il suo carro d’argento, rischiara la notte ai naviganti. La luna fu identificata dai popoli italici e dagli Etruschi arcaici con Tivs-Luna, nume tutelare della flora e delle acque. Assimilata alla greca Artemide, cacciatrice di cerve e portatrice di luce emanata da grandi fiaccole, fu identificata dai romani con Luna-Diana.

Gli insediamenti dei Liguri sul litorale della baia di Selene, coinvolti nei traffici promossi da Greci ed Etruschi, sono noti attraverso i sepolcreti posti sulle propaggini del Caprione, l’ultimo promontorio della Liguria verso oriente, chiamato «Selénes ácron», “la cima di Selene”, dal geografo Tolomeo (Almagesto III 1, 4). A partire dall’età arcaica (VII-VI sec. a.C.), infatti, i centri sulla costa e lungo i percorsi appenninici, permeati dall’influenza etrusca, da cui mutuarono alfabeto e modelli iconografici, svolgevano il ruolo di base di interscambio con la pianura Padana.

La città nasce nel quadro della guerra contro i Liguri

Alla fine del IV sec. a.C., tramontato il dominio degli Etruschi sui mari, gli attracchi dei Liguri alla foce della Magra erano frequentati dai Romani a scopo commerciale, ma col mutare dei loro interessi nell’area a nord dell’Arno gli stessi approdi divennero basi logistiche per la conquista del territorio e testa di ponte per la flotta militare alla volta del Mediterraneo occidentale. M. Porcio Catone nel 195 a.C. e C. Calpurnio Pisone nel 186 a.C. salpano dal Portus Lunae (Livio XXXIV, 8; XXXIX, 21) per le campagne militari in Spagna.

L’aspro conflitto con i Liguri Apuani si risolse, in via episodica, nel 180-179 a.C., con le deportazioni nel Sannio: lo spopolamento della regione compresa fra le Alpi Apuane e la foce della Magra, produsse le condizioni per fondare Luna. Nella  primavera del 177 a.C., con la deduzione della colonia patrocinata da M. Emilio Lepido, già vincitore in alcune spedizioni in terra ligure, duemila cittadini romani ascritti alla tribù Galeria ottennero l’agro tolto alle genti deportate: 13 ettari pro capite, ‘a testa’.

La creazione di questo caposaldo non portò comunque alla fine dello stato di belligeranza con i Liguri, che dovrà attendere le vittorie del console M. Claudio Marcello e la celebrazione del trionfo nel 155 a.C.: il monumento onorario in bronzo eretto a Luna, di cui rimane la grande base in marmo bardiglio iscritta, resterà a perenne memoria della sconfitta di un popolo che difese per oltre un secolo la propria terra. […]