Federico Halbherr a Creta Personaggi

Archeologia Viva n. 118 – luglio/agosto 2006
pp. 60-65

di Franco Nicolis

Lontano dalle montagne del Trentino trascorse la vita nel cuore del Mediterraneo e in particolare a Creta dove le sue scoperte segnarono la storia dell’archeologia

La vita di Federico Halbherr correva tranquilla, fino a quel mese di luglio 1884. Il giovane era nato nel 1857 da una famiglia con lontane origini svizzere della borghesia imprenditoriale di Rovereto, vivace cittadina ancora sotto il dominio dell’impero austroungarico (la storia narrata da Isabella Bossi Fedrigotti nel suo primo romanzo Amore mio, uccidi Garibaldi, Longanesi, 1980, ambientata durante la Terza guerra d’indipendenza, racconta la vita a Rovereto dalla prospettiva dei filoaustriaci), e niente faceva presagire un destino diverso da quello di molti altri rampolli che seguivano le orme paterne (Giovanni Battista Halbherr, padre di Federico, era “possidente”), oppure andavano a insegnare latino e greco nei licei. Nella media era anche il suo curriculum scolastico, a Rovereto e a Roma, dove si laureò nel 1880 a “pieni voti legali”.

Un primo segnale della svolta ci viene dall’incontro con il patriarca degli studi umanistici in Italia nella seconda metà del XIX secolo, Domenico Comparetti. Il grande maestro ci mise poco a percepire le doti del giovane rovere­tano, nascoste nel carattere timidis­simo.

Ben presto, dopo aver frequen­tato l’Istituto di studi superiori di Firenze, dove probabilmente conobbe Giovanni Pascoli, Halbherr nel 1883 venne inviato dal Comparetti in Grecia a perfezionarsi presso l’Università di Atene, a fare esperien­za, a imparare il greco moderno, a cercare epigrafi nelle isole Cicladi.

La scoperta di Gortyna e familiarità con i Cretesi

L’avvenimento che cambiò l’esistenza di Federico, trasformando un normale percorso scientifico in un succedersi di avventure, fu ispirato ancora dal Comparetti. Nel giugno del 1884 questi lo mandò a Creta a cercare un’iscrizione greca della città di Axós, nota da vecchi manoscritti. In quel momento l’isola era ancora “terra incognita”­sotto il profilo archeologico, e il giovane Halbherr contava di rimanervi giusto il tempo per ritrovare il testo arcaico.

Entrambe le aspettative andranno deluse: non troverà l’iscrizione di Axós, mentre Creta diventa la seconda patria. Infatti, ad appena un mese dall’arrivo, Halbherr riportò in luce uno dei monumenti epigrafici più importanti del mondo greco: la Grande iscrizione di Gortyna.

Il rinvenimento del codice di leggi della città cretese gli procurò immediata notorietà negli ambienti scientifici, anche se la pubblicazione dell’importantissimo testo giuridico sarà opera del suo maestro Comparetti. Inoltre, la scoperta delle radici elleniche di Creta mise Halbherr sotto una luce favorevole verso i circoli culturali cretesi (ad esempio il Syllogo della città di Candia, l’odierna Iraklion) che mal sopportavano l’occupazione ottomana e auspicavano l’Enosis, l’unione con la Grecia. […]