Mercanti romani sulla rotta delle spezie Obiettivo su...

Archeologia Viva n. 117 – maggio/giugno 2006
pp. 66-69

di Stefano Belfiore e Gianfranco Purpura

Un’estesa rete di vie commerciali legava Roma e il “suo” mare ai paesi d’Oriente per l’approvvigionamento di prodotti esotici ma anche per l’esportazione di generi mediterranei

Ripercorriamo uno dei più importanti di questi itinerari seguendo le indicazioni di un’antica guida alle rotte marittime

Un anonimo portolano greco del I sec. d.C., il Periplo del Mare Eritreo, descrive con ricchezza di particolari il commercio fra l’Egitto romano, l’Africa orientale, l’Arabia meridionale e l’India. Fino a centoventi navi l’anno lasciavano il porto di Myós Hormos (Qusayr al-Qadim) sul Mar Rosso dirette verso gli scali dell’India meridionale (Strabone, Geografia XVII 1, 13): il mondo mediterraneo esportava vestiario, corallo rosso, articoli in vetro, metalli e importava avorio, incenso, seta, pietre preziose, pepe e ogni altro tipo di spezie ed essenze. Nel I sec. d.C. a Roma il consumo di pepe era tale che Domiziano aveva fatto costruire appositi magazzini per lo stoccaggio, gli horrea piperataria, poi distrutti in un incendio.

L’archeologia ci ha fornito testimonianze importanti del traffi­co commerciale fra Roma e l’Oriente descritto dal Periplo. La rotta commerciale con l’India aveva origine in Egitto, a Iuliopolis presso Alessandria. Attraverso il Nilo le merci destinate all’esportazione venivano imbarcate su chiatte fluviali e trasferite dalla regione del Delta fino a Cainepolis (Qina) o a Coptos (Qift), nell’Alto Egitto. Di qui piste carova­niere percorse con cammelli conducevano attraverso il deserto orientale ai porti del Mar Rosso: a Myós Hormos in sei-sette giorni o a Berenice Trogloditica (da non confondere con Berenice Panchrysos scoperta dai fratelli Castiglioni nel deserto sudanese) in undici.

Lungo l’itinerario desertico le tappe erano scandite da stazioni con pozzi per il rifornimento d’acqua (hydreumata) e comunque le carovane si muovevano preferibil­mente di notte per evitare la canicola. Il Paneion (luogo sacro a Pan e correlato al culto delle acque) di Wadi Menih, lungo la carovaniera Coptos – Berenice, ci ha restituito iscrizioni di mercanti romani di passaggio, quale quella di Lysas, forse lo stesso liberto di Annio Plocamo che secondo Plinio (Naturalis Historia VI, 84) raggiunse l’isola di Taprobane, l’attuale Ceylon, nel I sec. d.C. […]