Santi, Banchieri, Re. Ravenna e Classe raccontano Fra Tarda Antichità e Medioevo

Archeologia Viva n. 117 – maggio/giugno 2006
pp. 20-33

di Andrea Augenti

Fra la fine dell’Impero romano d’Occidente e la riconquista bizantina Ravenna assunse le prestigiose funzioni di una capitale che a livello urbanistico si contraddistinse per la costruzione di grandiose basiliche e palazzi del potere

A questa vera epoca di splendore contribuirono il vicino scalo portuale di Classe e lo spirito di una società dove alla coscienza del ruolo politico si associarono profondità di fede e ricchezze materiali

Ultimi decenni del VI secolo. A Costantinopoli siede sul trono l’imperatore Giustino II, il successore del grande Giustiniano. A Ravenna l’arcivescovo è Pietro III (570-578). È proprio costui a predisporre la costruzione di una chiesa appena dentro le mura di Classe, dedicata a uno dei suoi predecessori, san Severo, da situare presso la tomba di quest’ultimo. La chiesa viene realizzata con dimensioni straordinarie: un edificio a tre navate e abside unica, lungo oltre sessanta metri per quasi trenta di larghezza, concepito appositamente per eguagliare l’altra basilica, già famosa, dedicata a S. Apollinare, a sud di Classe.

È l’ultima chiesa monumentale costruita in tutta la zona, dopo l’intensa stagione che ha visto realizzate San Vitale, San Michele in Africisco e la stessa Sant’Apollinare in Classe. È l’ultimo grande sforzo della Chiesa e della città di Ravenna, ormai dotata di una serie talmente impressionante di edifici di culto da apparire come una città-vetrina, densa di monumenti. Ma come e perché era cominciato tutto questo?

Attrezzare una capitale: le infrastrutture

Ravenna nasce piccola: un centro urbano di età preromana e poi municipium di trentatré ettari, difesi da un circuito murario probabilmente databile al II sec. a.C. La città romana è completamente diversa da quella che si costituisce a partire dal 402, anno in cui Onorio (395-423), il penultimo imperatore d’Occidente, sposta qui la sede imperiale (ruolo fino a quel momento assolto da Milano).

Ora ha inizio una grande sfida: attrezzare Ravenna per renderla funzionale e all’altezza del nuovo compito. Innanzitutto occorre provvedere alle infrastrutture, e dunque, in un periodo di forte instabilità, alla realizzazione delle nuove mura. Queste, probabilmente costruite tra l’inizio e la metà del V secolo, vanno a cingere un’area ben più estesa della precedente: centosessantasei ettari.

Le fortificazioni tardoantiche inglobano parte della precedente cinta muraria, come consuetudine nei progetti dei circuiti difensivi di quest’epoca, realizzati rapidamente e in economia (basti pensare al caso di Roma, dove le mura Aureliane di fine III secolo includono nel loro percorso monumenti quali la piramide di Caio Cestio, l’anfiteatro Castrense e altri ancora). […]