Archeologia Viva n. 116 – marzo/aprile 2006
pp. 32-43
di Attilio Mastrocinque
Sullo sfondo del monte Sirino proseguono in Basilicata le ricerche sull’antico insediamento dei Lucani nell’alta valle dell’Agri divenuto in seguito un’importante colonia romana del Meridione
Nel Settecento il sito di Grumentum – oggi sulle sponde dell’incantevole lago di Pietra del Pertusillo, ricavato negli scorsi anni Sessanta con uno sbarramento sul fiume Agri – si presentava come un ampio pianoro, coperto da vigneti, con le casupole dei vignaioli costruite con gli antichi materiali romani raccolti in zona, dove qualche rilievo del terreno, come il cosiddetto Fortino, tradiva la presenza del capitolium o dell’anfiteatro, ben riconoscibile dalla forma circolare.
Il tutto era dominato dalla chiesa di S. Maria Assunta con affreschi del XIII o XIV secolo. Invece si vedevano bene le arcate dell’acquedotto romano, mentre epigrafi latine si trovavano sparse nel territorio, e molte erano state portate nella vicina Grumento Nova (nel Settecento si chiamava Saponara) che sovrasta il sito della città antica.
Già gli eruditi seicenteschi avevano capito che si trattava della romana Grumentum, dove il console Claudio Nerone nel 207 a.C. riportò la prima vittoria su Annibale dopo la disfatta di Canne, ribaltando le sorti della seconda guerra punica.
La conoscenza del tranquillo pianoro ricoperto di vigne alle ultime propaggini dello scenografico monte Sirino (m 2005) cambiò a partire dal 1964, quando con Dinu Adamesteanu nacque la Soprintendenza archeologica della Basilicata.
Iniziarono allora le ricerche scientifiche, partite dai rilevamenti aerei che misero in evidenza due lunghi assi stradali, convenzionalmente definiti come cardini, intersecati da strade minori.
Da allora si sono susseguiti gli scavi che hanno messo in luce le strutture principali di una città romana: il foro, l’anfiteatro, un teatro, due impianti termali, un augusteo, cioè il tempio del culto imperiale, altri templi minori. […]