Il rito segreto: misteri in Grecia e a Roma Spiritualità nel mondo antico

Archeologia Viva n. 114 – novembre/dicembre 2005
pp. 34-45

di Fritz Graf

I culti misterici occuparono un posto a sé rispetto alla religione ufficiale

Emergono così dal passato figure divine accomunate dal fatto di essere state oggetto per oltre un millennio della devozione di molte generazioni di uomini e donne di varia cultura e condizione sociale cittadini delle diverse metropoli greche e membri a vario titolo dell’impero romano tutti desiderosi di vivere un’esperienza rituale straordinaria

Nell’ambito della religione greca e romana, i “misteri” o, meglio, i “culti misterici”, occupano un posto a sé, a partire dalla prima attestazione nell’omerico Inno a Demetra (tardo VII sec. a.C.) sino alla fine dell’antichità. Con l’eccezione di Mithra, tutte le divinità importanti dei culti misterici erano venerate anche al di fuori dei gruppi misterici, da città come da singole persone. Nello stesso tempo essi erano aperti a tutti i gruppi sociali, compresi gli schiavi, nonché a entrambi i sessi (unica eccezione sempre il culto di Mithra). Questa assenza di stratificazione sociale era compensata da una ben definita gerarchia interna.

In epoca ellenistica e romana la religiosità individuale trovò spesso la sua massima espressione nell’adesione a più culti misterici: Apuleio afferma di essere stato iniziato alla maggior parte dei culti misterici greci. L’iniziazione modificava la vita della persona, inducendo cambiamenti che potevano andare da un incremento del benessere individuale a una radicale trasformazione del proprio stile di vita, che relegava l’iniziato a una condizione di marginalità.

Alcuni culti si accompagnavano a credenze escatologiche (relative ai destini ultimi dell’uomo e dell’universo – ndr). Questo cambiamento veniva propiziato da un’esperienza rituale straordinaria; secondo Apuleio l’elemento essenziale era la partecipazione al rito, non l’appartenenza a una chiesa o a una setta.

L’esperienza si realizzava mediante solenni riti notturni, di tipo individuale o collettivo, con passaggio dall’oscurità alla luce (nel caso di Eleusi, Samotracia e dei misteri di Iside), attraverso l’estasi (nel caso dei misteri di Bacco, dei Cabiri e di alcuni misteri della Grande Madre), o mediante altri riti il cui effetto veniva spesso accresciuto da digiuno e sforzi fisici prolungati. […]