Romani e Germani nel cuore delle Alpi A proposito di...

Archeologia Viva n. 113 – settembre/ottobre 2005
pp. 70-73

di Walter Landi e Barbara Maurina

Una mostra a Bolzano nella cornice di Castel Roncolo

Una mostra che rende giustizia a un’epoca che vide la vasta regione a cavallo della catena alpina fra le valli dell’Adige e dell’Inn farsi terra d’incontro fra popolazioni diverse recependoin pieno i cambiamenti epocali che contraddistinsero l’Alto Medioevo

La rappresentazione delle invasioni barbariche come mero scontro fra due popolazioni differenti per etnia e cultura – Romani e Germani – è uno schema interpretativo della storiografia positivista del XIX secolo.

Gli storici di questa scuola continuavano modelli umanistici tracciando una netta distinzione fra la raffinatezza della cultura romana e la “barbarie” germanica, maggiormente legata alla dimensione naturale. Questa evoluzione concettuale creò un’epoca di transito, a mezzo fra lo splendore classico e la successiva età moderna, nota come Medioevo.

A partire dalla Rivoluzione francese, gli storici tentarono di definire il concetto di nazione e di conferirgli una dimensione storica. Ponendo tale questione, essi ricorsero all’antica dicotomia tra Germani e Romani, interpretati ora come predecessori di Tedeschi e Italiani.

La rigida distinzione di questi due gruppi etnici viene messa in discussione dalla storiografia attuale, che – rivalutando anche i miti d’origine dei singoli popoli – rifiuta una divisione puramente culturale delle popolazioni dell’Alto Medioevo.

La dissoluzione dell’Impero romano d’Occidente vide la penetrazione in Trentino Alto Adige prima degli Ostrogoti e poi, dopo la guerra greco-gotica (535-553) e il breve periodo di una restaurazione bizantina, l’affermarsi sul territo­rio di Franchi, Baiuvari (o Bavari) e Longobardi, i quali penetrano a fondo nel territorio e arrivano a numerosi scontri che hanno luogo nella valle dell’Adige a partire almeno dal 575.

I Franchi si caratterizzano, come i Baiuvari, per l’osmosi con la popolazione romanza autoctona e il rispetto della sua organizzazione civile. I Longobardi hanno invece, almeno nella fase iniziale della loro presenza, un rapporto più difficile con la popolazione locale, dovuta anche alla differente confessione religiosa: ariani i Longobardi, cattolici i Romani.

Alla fine dell’VIII secolo, con la deposizione dell’ultimo re longobardo, Desiderio, nel 774 e del duca Tassilone III di Baviera nel 788 da parte di Carlo Magno, il territorio fu riunito in un’unica entità politica. La lenta romaniz­zazione dei Longobardi portò successivamente alla scomparsa della loro lingua; i Baiuvari si imposero invece gettando le prime basi della germanizzazione delle valli dell’Inn e di quelle dell’Alto Adige.

Le fonti che ci narrano questi eventi sono numerose, ma prima fra tutte è l’Historia Langobardorum, di Paolo Diacono (720-800, circa), che trae le sue numerose notizie sulla zona alpina centrale dalla cosiddetta Historiola di Secondo da Trento, un’opera di fine VI secolo, della quale ci resta un solo frammento oggi custodito presso la Landesbibliothek di Stoccarda. […]