Il Medioevo in Toscana: San Genesio di Vico Uualari Dentro lo scavo

Archeologia Viva n. 113 – settembre/ottobre 2005
pp. 66-68

di Federico Cantini

Ai piedi di San Miniato nella valle dell’Arno fra Firenze e Pisa gli scavi stanno riportando in luce i resti di una pieve e di un borgo tra i più importanti della loro epoca ma di cui finora si conservava appena il nome

Anno domini 715, il 5 luglio, forse una calda giornata d’estate, temperata dalla brezza che dal mare risale verso oriente la valle dell’Arno. I vescovi Teobaldo di Fiesole, Massimo di Pisa, Specioso di Firenze e Talesperiano di Lucca, insieme con il notaio Gunteram, messo del re longobardo Liutprando, si riuniscono in assemblea per discutere della lite scoppiata tra i vescovi di Siena e di Arezzo che si contendono il possesso di alcune chiese e monasteri delle loro diocesi. L’assemblea si tiene in un piccolo abitato del medio Valdarno inferiore, chiamato vicus Uualari, presso la chiesa dedicata al culto di san Genesio.

È facile immaginare l’arrivo degli alti prelati e dei rappresentanti del potere laico, con lo stuolo dei rispettivi accompagnatori, giunti qualche giorno prima e accampatisi nelle vicinanze del vicus o alloggiati da qualche parte per riposarsi dal viaggio.

Difficile dire se la scelta del luogo fu dettata solo dalla felice posizione del vico – posto presso la confluenza dell’Arno e del suo affluente Elsa, molto probabilmente lungo la vecchia strada romana che da Firenze giungeva a Pisa, sicuramente su quel cammino (la futura via Francigena) che dal centro Europa portava verso Roma e la Terrasanta – o se la deci­sione fu presa anche considerando l’importanza che vicus Uualari e la sua chiesa già avevano nel quadro dell’organizzazione territoriale di questa parte del regno longobardo. […]