Architettura etrusca? Cercala nel computer Obiettivo su...

Archeologia Viva n. 113 – settembre/ottobre 2005
pp. 60-65

di Maurizio Martinelli

Le tradizionali difficoltà di visualizzare le costruzioni legate alla vita quotidiana dei Tirreni sono in parte superabili grazie alla computer grafica

Questa, con metodologie facilmente accessibili, ci restituisce le immagini degli antichi edifici

È noto che lo studio degli Etruschi ha privilegiato per secoli l’indagine delle città dei morti, le grandiose necropoli, dove più facilmente era possibile rinvenire manufatti integri e di grande pregio, mentre le città dei vivi, spesso cancellate per la loro collocazione al di sotto dei centri attuali, erano ben poco indagate, non potendo restituire che tracce labili.

Dunque, l’architettura delle città, dei santuari e degli insediamenti rurali è rimasta a lungo pressoché sconosciuta, magari desunta dall’aspetto delle stesse tombe a camera, che traevano ispirazione dalle case signorili del loro tempo.

Purtroppo le tecniche dell’edilizia privata e pubblica utilizzate in terra d’Etruria nell’arco di quasi un millennio si basavano su materiali poco durevoli, privilegiando l’impiego di quelli di facile reperibilità e lavorabilità rispetto alla pietra, che venne comunque utilizzata, ma solo per particolari strutture (principalmente mura e porte, a partire dal VI sec. a.C.) oppure in casi molto rari, come a Fiesole nel tempio di età ellenistica (IV sec. a.C.).

Le costruzioni della prima età del Ferro (IX-VIII sec. a.C.) consistevano in semplici capanne ovali, con pareti di canne o ramaglie intrecciate e ricoperte d’argilla, irrobustite da pali verticali che sostenevano l’intelaiatura del tetto, formato questo di fascine di vegetali fissati con traverse e legature.

Il passaggio ad abitazioni a pianta angolare – verificatosi col VII sec. a.C., in seguito all’introduzione della proprietà privata dei terreni – comportò l’adozione della pietra per consolidare la giunzione tra edificio e suolo e fare da basamento al muro soprastante che temeva l’acqua, essendo di mattoni crudi seccati al sole e legati con malta d’argilla (o talora di colate di argilla liquida su telai di canniccio).

La semplicità dei materiali e delle tecniche fu comunque funzionale, se case e templi continuarono a venire eretti così sino al tramonto della civiltà etrusca.

Grazie alle buone conoscenze di carpenteria le costruzioni erano dotate di una solida struttura aerea in legno, che incatenava le pareti e sorreggeva le coperture in tegole e coppi di terracotta. La marcescibilità delle componenti lignee indusse alla realizzazione di lastre protettive decorate, diffuse sia negli edifici privati più ricchi che nelle costruzioni di carattere pubblico e nei templi, dove poi la decorazione finiva con il prendere il sopravvento sulla funzionalità. […]