Polesine: Mesopotamia italiana Una terra tra Adige e Po

Frattesina Polesine

Archeologia Viva n. 112 – luglio/agosto 2005
pp. 22-39

a cura di Simonetta Bonomi e Raffaele Peretto

Fra l’Adige e il Po la provincia di Rovigo è la terra più umida della Penisola dove da sempre le bizzarrie del Delta hanno determinato un ambiente instabile che ha richiesto grandi capacità di adattamento da parte dell’uomo

Scrivere la storia antica di questa regione sarebbe stato impossibile senza ricorrere a metodologie e tecniche di ricerca particolari che ora ci consentono di ricostruirne le vicende dall’età del Bronzo al Medioevo

Boschi di querce, olmi, frassini, sfumanti in ampie radure; aree palustri a canneto e stagni, ravvivati d’estate dal bianco delle ninfee e dal giallo dei limnantemi; fasce serpeggianti di salici e ontani lungo gli argini naturali dei corsi d’acqua caratterizzavano il paesaggio della bassa pianura padana tra Preistoria e Protostoria.

Prati adibiti a pascolo, ridotti appezzamenti coltivati, sparsi villaggi lasciavano intravedere la presenza dell’uomo. Questa antica immagine si può evocare anche per le terre del Polesine, la provincia di Rovigo, sulla base di dati offerti dalle indagini interdisciplinari, quali la geomorfologia, la palinologia, l’archeobotanica e l’archeozoologia, che ormai arricchiscono sempre più la ricerca archeologica.

Oggi in Polesine i confini dei due maggiori fiumi italiani, l’Adige e il Po, marcano una fascia di terra protesa verso l’Adriatico con il suo delta, nato dall’azione dell’uomo agli albori del XVII secolo. Sono confini imbrigliati da possenti argini artificiali che portano l’acqua a scorrere a quote più alte della piana, dove regolari reticoli di scoline mostrano i disegni delle più recenti bonifiche e lo sfruttamento capillare del suolo agricolo, mantenuto asciutto anche in quelle aree che morfologicamente sarebbero interessate da ristagni d’acqua.

È questa l’odierna immagine di un territorio che ha subito una lunga e complessa evoluzione idrografica prima dell’assetto odierno, delineatosi già in epoca medioevale, ma determinato e controllato dall’uomo con opere razionali di bonifica negli ultimi secoli. Ricostruzioni delle varie fasi evolutive possono essere elaborate in una visione realmente più estesa degli attuali confini amministrativi, e devono essere suffragate dall’esame del piano di campagna, dalle tracce di paleoalvei, dalla fotografia aerea. Elementi questi che, al pari delle testimonianze lasciate dall’uomo, ci danno informazioni per epoche non più antiche di quattromila anni. […]