Archeologia Viva n. 110 – marzo/aprile 2005
pp. 66-75
di Edoardo Borzatti von Lowenstern
Le trentennali ricerche condotte dalle missioni italiane nel deserto della Giordania meridionale hanno individuato un’area di “produzione” della scrittura dove assistiamo al passaggio da segni ideogrammatici a lettere di tipo alfabetico
Ecco dunque la sconcertante ipotesi: sarebbero state genti beduine a inventare la scrittura propagandola nei grandi spazi proprio grazie alla mobilità tipica dei pastori nomadi
Molti popoli pretendono che la scrittura provenga dagli dèi. Quasi tutti gli studiosi, invece, paiono concordi sul fatto che essa sia nata per redigere inventari commerciali, elenchi di prodotti di scambio, in seno a popolazioni socialmente ben organizzate e con forti produttività di beni.
Vedremo ora come la derivazione da espressioni di concetti astratti ponga l’origine della scrittura in altri ambiti, certamente non sempre materiali o amministrativi, dando in qualche modo ragione proprio a quelle leggende che vogliono la derivazione delle scritture… da esseri soprannaturali.
Le scritture non si originano dal nulla. Il bisogno di comunicare si manifesta fin dai tempi paleolitici, almeno 35-32.000 anni fa, attraverso figurazioni rupestri o su ossa. Con l’andare dei tempi, da riproduzioni veristiche di animali o di fatti si passa a racconti evocativi e infine all’espressione di idee astratte mediante segni simbolici.
Questi ultimi presto si discostano dall’oggetto che si vuole indicare, fino a risultare legati ad esso da puri riferimenti convenzionali. Da circa il 5000 a.C. il simbolismo si sviluppa con prepotenza, anche se il tradizionale modo di comunicare, quello per immagini veristiche, continuerà fino ai giorni nostri.
In un mare di segni, il passato della scrittura
Non è facile seguire come si evolve l’espressione simbolica di tipo ideogrammatico che sfocerà nella scrittura vera e propria quale la conosciamo noi. Seppure siano state scoperte scritture antiche che compaiono già nel corso del IV millennio a.C. (quella sumerica nel 3500 e l’egiziana intorno al 3200 a.C.), tuttavia il meccanismo della loro origine rimane poco noto.
Proprio le scritture nate e usate in Stati ben organizzati e talora potenti sembrano rimanere chiuse entro un limitato territorio, mentre altre, ritenute posteriori e meno importanti, mostrano una marcata dinamicità e infine una rapida e ampia espansione.
Non è facile comprendere poi se le scritture di quegli Stati, strutturati dal punto di vista sociale ed evoluti culturalmente, siano rimaste isolate per una certa difficoltà delle genti limitrofe ad accettarle o se esse si siano di fatto scontrate con scritture già affermate e più adatte all’uso quotidiano: è noto che le rocce dei deserti mediorientali si presentano ricche di scritte incise, anche se la loro datazione rimane problematica non essendovi quei rapporti che, nei siti archeologici stratificati, permettono una valutazione cronologica precisa. […]