Pinerolo per l’arte rupestre: dove i monti raccontano Insieme per l'archeologia

Archeologia Viva n. 109 – gennaio/febbraio 2005
pp. 84-87

di Dario Seglie, Mauro Cinquetti e Piero Ricchiardi

Da oltre quarant’anni il Centro Studi e Museo d’Arte Preistorica svolge nella cittadina piemontese una preziosa attività di documentazione sulle testimonianze presenti nelle Alpi Occidentali

Nel 1964 a Pinerolo – la città piemontese (35 km da Torino, all’imbocco della val Chisone, sulla via per il Sestriere) che i Savoia vollero sede della famosa Scuola di cavalleria – nasceva il CeSMAP (Centro Studi e Museo d’Arte Preistorica), con lo scopo di proseguire gli studi archeologici sulle Alpi Occidentali iniziati fin dal secolo precedente a opera di studiosi della sabauda Accademia reale delle scienze.

Un grande convegno sull’arte rupestre e un commosso ricordo di Cesare Giulio Borgna (comandante partigiano in Valcamonica, studioso di arte preistorica e fondatore della prestigiosa istituzione pinerolese) hanno ora celebrato la fatidica meta del quarantennale. L’attività del Centro ha conosciuto una continua espansione.

Fra l’altro, nel 1988 a Darwin (Australia) il CeSMAP ha contribuito a fondare la Federazione internazionale delle organizzazioni di arte rupestre (Ifrao), mentre, a riconoscimento del proprio impegno, è stato insignito del premio “Europa per la cultura” e designato quale Ufficio di rappresentanza dell’Ifrao presso la Direzione generale dell’Unesco. A Pinerolo, presso il Museo civico di archeologia e antropologia, il CeSMAP cura la più vasta collezione esistente di arte rupestre.

Le prospezioni e le principali campagne attuate dal CeSMAP hanno consentito di delineare la dinamica del popolamento del Pinerolese fin dalla Preistoria. Il Piemonte è delimitato a ovest dalla catena alpina, sorta per spinte orogenetiche (l’orogenesi è il movimento della crosta terrestre che porta alla formazione delle montagne – ndr) sollevandosi nel periodo Terziario (tra 65 e 2 milioni di anni fa) dal bacino mediterraneo.

Nella regione piemontese le Alpi mancano dei sistemi montuosi marginali costituiti da depositi calcarei (le cosiddette Prealpi, presenti in altre regioni alpine), mentre particolare sviluppo assumono le cime formate da rocce cristalline (di natura eruttiva e metamorfica), per cui la distanza tra le più alte creste dello spartiacque e la pianura è relativamente breve (mediamente 45 km).

Tuttavia, grazie ai frequenti passi, i rilievi montuosi, lungi dal costituire una barriera, hanno consentito da sempre scambi culturali ed economici tra i versanti. A testimonianza di questa antica “vitalità” del territorio ci rimangono le rocce istoriate, quasi sempre in posizioni dominanti, in luoghi che forse assunsero la caratteristica di veri e propri santuari preistorici. […]