Il miracolo del Bronzo di Lussino Esclusiva AV

museo bronzo di lussino apoxyomenos croazia

Archeologia Viva n. 109 – gennaio/febbraio 2005
pp. 48-67

di Massimo Becattini e Gianfranco Purpura

Dopo l’eccezionale ritrovamento della statua sui fondali dell’isola dalmata il vero “miracolo” è consistito nel lavoro condotto a termine grazie alla stretta collaborazione fra l’Istituto croato del Restauro e il fiorentino Opificio delle Pietre Dure

Ci è stato così restituito un capolavoro della Grecia antica rappresentante l’Apoxyomenos, un atleta mentre pulisce lo strumento con cui si deterge il sudore della gara

Il ritrovamento in mare di un bronzo antico è un evento così raro e coinvolgente – talvolta dai contorni drammatici per le modalità e l’ambiente in cui avviene (la profondità, il poco tempo a disposizione, il timore di non rilevare la posizione e non ritrovare il reperto, e poi le contraddizioni delle testimonianze, la reticenza…) – che inevitabilmente le circostanze della scoperta vengono a deformarsi e a sfumare in una “mitologia” che si fissa per sempre nell’aneddotica comune.

Non esiste bronzo famoso che non abbia fatto parlare a lungo di sé proprio in relazione al momento in cui, grazie a un rinvenimento fortuito, è rientrato nella storia. È stato così per i Bronzi di Riace (1972), per l’Atleta di Fano o Bronzo Getty (1964), per il Satiro di Mazara (1998) e anche per la statua trovata al largo dell’isola croata di Lussino (Losinj).

Questi i contorni accertati della vicenda: un sommozzatore belga, René Wouters, il 12 luglio 1997, durante un’immersione tra i due isolotti di Vele Orjule e Kosjak, individua poco fuori il porto di Lussingrande (Veli Losinj), a -45 metri, una figura maschile adagiata sul fondo, che si rivela essere una statua bronzea, alta circa due metri, del tipo definito Apoxyómenos, che rappresenta appunto un atleta ‘mentre si deterge’ il sudore.

La notizia, che si cerca di tenere segreta, alla fine trapela e, ad evitare il rischio – molto concreto – di un’asportazione clandestina, dopo un sommario rilievo archeologico dell’area, nel giugno del 1999 si provvede a recuperare il bronzo e a trasportarlo presso il Centro sommozzatori della Polizia croata, che ha sede proprio a Lussino, dove viene immerso nella piscina delle esercitazioni.

Inizia qui l’avventura del restauro di una delle poche opere d’arte antica restituiteci da quel mare Mediterraneo che è la probabile dimora di un intero stuolo di dei ed eroi greci strappati dai loro piedistalli nel momento della decadenza e del saccheggio, senza giungere mai a destinazione. […]