Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 109 – gennaio/febbraio 2005

di Piero Pruneti

In esclusiva assoluta Archeologia Viva – dopo la scoperta pubblicata sul n. 76 – presenta il restauro del Bronzo di Lussino. La Croazia, nel breve giro dei suoi primi quindici anni di Stato indipendente, ha avuto la fortuna di un ritrovamento eccezionale nelle sue acque, paragonabile ai Bronzi di Riace o al Satiro di Mazara. Alla buona sorte non è mancata la capacità del Ministero della Cultura e dell’Istituto croato del restauro di operare rapidamente e nel modo giusto per il salvataggio dell’opera, trovando la piena disponibilità del fiorentino Opificio delle Pietre Dure, un istituto di fama mondiale nel settore.

Quella del rapporto fra la Repubblica di Croazia e Firenze è una storia che vede pienamente coinvolta la nostra rivista e che oggi ci consente l’onore di presentare sulle nostre pagine questo capolavoro della statuaria greca. I dirigenti croati non hanno dimenticato che nel giugno del ’92, quando il loro Paese era sotto invasione – e distruzione – serba, per iniziativa di Archeologia Viva Firenze ospitò in Palazzo Vecchio la Conferenza sullo stato del patrimonio culturale della Croazia, richiamando l’attenzione del mondo su una violenza inaccettabile ai danni di un popolo e della sua memoria (a evitare polemiche mi preme anche ricordare che Archeologia Viva seppe prendere le sue distanze dalla stessa Croazia, quando questa, nel grande macello ex-jugoslavo, si rese responsabile a sua volta di riprovevoli comportamenti).

Referente determinato di questo rapporto fra Zagabria e Firenze è sempre stato Miljenko Domijan, ormai da molti anni capo conservatore dei beni culturali del suo Paese, l’uomo che sotto le bombe pensava alla pace e correva a raccogliere i frammenti dei rosoni appena colpiti delle belle chiese della sua città, Zara, perché sapeva che la pazzia dell’uomo non dura all’infinito e che sarebbe arrivato il tempo della ricostruzione.

Insieme a Miljenko ha sempre lavorato un altro tecnico d’eccezione, Ferdinand Meder, e certamente è stata positiva l’opera dei ministri della Cultura (Vesna Girardi-Jurkic, Antun Vujic, Bozo Biskupic) che da differenti posizioni politiche si sono susseguiti a Zagabria. Per tutto questo la splendida restituzione del Bronzo di Lussino, dal recupero in mare al restauro appena terminato, si può considerare un simbolo della nuova Croazia e di una comune volontà di guardare al futuro.

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”