Milano antica: l’anfiteatro e il suo quartiere Dentro lo scavo

Archeologia Viva n. 108 – novembre/dicembre 2004
pp. 62-69

di Fabrizio Paolucci

Le indagini della Soprintendenza nella zona di Porta Ticinese hanno consentito di ricostruire un brano di storia cittadina lungo duemila anni: dall’originario centro protourbano popolato da genti celtiche fino al periodo medievale

«A Milano ogni cosa è degna di ammirazione. Vi è profusione di ricchezze e innumerevoli sono le case signorili. La popolazione è di grandi capacità, eloquente e affabile. La città […] è circondata da una duplice cerchia di mura: vi sono il circo, dove il popolo gode degli spettacoli, il teatro con le gradinate a cuneo, la rocca del palazzo imperiale, la zecca, il quartiere che prende nome dalle celebri Terme Erculee. Le sue costruzioni sono una più imponente dell’altra e non ne sminuisce la grandezza neppure la vicinanza con Roma» (Ordo urbium nobilium, VII). Con queste parole il poeta gallico Ausonio rievoca, negli anni fra il 380 e il 390 d.C., lo splendore architettonico di Mediolanum, una città, a quell’epoca, ormai da più di un secolo sede imperiale e centro della vita politica e culturale dell’Occidente europeo.

Una ininterrotta continuità di vita ha però, in oltre un millennio e mezzo di storia urbana, nascosto, anche se mai del tutto obliterato, lo splendore delle architetture celebrate da Ausonio e, solo grazie a una sistematica indagine di archeologia urbana, condotta con ineccepibili criteri scientifici sino a partire dagli anni Trenta del Novecento, è stato possibile restituire un volto alla Milano di età imperiale. Anzi, le ricerche sul campo hanno permesso di ampliare la stessa lista delle “mirabilia” milanesi cantate da Ausonio, mettendo in luce resti di complessi grandiosi, come una splendida strada colonnata lunga oltre mezzo chilometro conclusa da un arco onorario a tre fornici e coincidente con l’attuale corso di Porta Romana, interamente realizzata alla metà del IV sec. d.C. così da creare una monumentale quinta architettonica di accesso alla città per chi giungeva da Roma sulla prosecuzione della via Emilia. […]