Alexandros: quando esplode la storia Greci e Macedoni

Archeologia Viva n. 108 – novembre/dicembre 2004
pp. 20-47

di Lorenzo Braccesi, Paolo Moreno, Debora Barbagli, Massimo Becattini e Annalisa Venditti

Passò come una meteora e alla sua morte il mondo era un’altra cosa: proprio per la grandezza e la rapidità della sua vicenda che interessò la geografia politica ma anche l’arte e le scienze Alessandro rimane forse il personaggio più affascinante ed enigmatico della storia capace com’è di condurci alla scoperta di un mondo di cui lui poté ancora vedere i confini

Alessandro nasce nel 356 a.C. alla corte macedone di Pella, figlio del grande re Filippo e della sua consorte Olimpiade, una principessa nata in Epiro. Dovrà molto per indole a entrambi: al padre le doti di conquistatore e statista, alla madre le irrequiete inclinazioni dello spirito. Ma chi, più di ogni altro, influirà su di lui, riplasmandone le eredità genetiche in sete di conoscenza, sarà il suo precettore: Aristotele. L’incontro con il grande filosofo avviene quando il giovane principe ha solo tredici anni. Filippo stesso incarica Aristotele di soprintendere al tirocinio di studi del figlio nel triennio operosissimo 343-340 a.C. In quel medesimo periodo, a immortalare Alessandro, il sovrano macedone chiama a corte anche Lisippo: il più grande scultore del tempo, che, in seguito, avrà l’esclusiva sulla ritrattistica bronzea del Macedone. La presenza congiunta, presso il figlio, del filosofo di Stagira e dell’artista di Sicione dimostra quanto ostinatamente Filippo cercasse di sprovincializzare la Macedonia, ambendo a presentarsi, dinanzi al mondo ellenico, come un greco fra Greci.

Alessandro nasce in un regno profondamente rinnovato, che con suo padre Filippo, della dinastia degli Argeadi, ha mutato la sua immagine, fino a diventare il primo Stato territoriale dell’Europa. Quando, a sedici anni, Alessandro completa il tirocinio di studi, siamo negli anni Quaranta del IV sec. a.C. e la Macedonia può ormai rivendicare uno spazio nel consesso delle grandi potenze del Mediterraneo; coronando così, a vere e proprie marce forzate, un processo di rapida evoluzione politica e di profonda trasformazione sociale iniziato, alcune generazioni innanzi, col passaggio della regione da un’economia basata all’allevamento a una incentrata sull’agricoltura. Ora, nell’esercito, alla cavalleria di estrazione nobiliare si affianca una robusta fanteria oplitica (con armatura pesante – ndr), destinata a costituire il nerbo della falange. fanteria che è espressione di una nuova classe sociale di piccoli agricoltori. […]