La nubiana Kerma e il ritorno dei faraoni neri Obiettivo su...

Archeologia Viva n. 107 – settembre/ottobre 2004
pp. 70-75

di Maurizio Damiano

Kerma è il nome odierno del villaggio sudanese dove un tempo si trovava la capitale dell’antica terra di Kush
Qui le ultime scoperte di Charles Bonnet ci riportano all’epoca suggestiva della XXV dinastia quando l’Egitto fu guidato dai sovrani del profondo sud

Lungo il Nilo, quattrocentodieci chilometri a sud del 22° parallelo, quello che segna il confine fra Egitto e Sudan, le palme fanno da corona all’ampia area archeologica dov’è stata rinvenuta un’eccezionale cachette di statue regali. La luce è quella, inconfondibile, del sole africano. Colori forti, decisi, sottolineati dalle ombre nette dei tropici. Basse case in mattoni crudi… Siamo nel cuore del Sudan settentrionale, a Kerma, un grosso villaggio che ha dato il nome alla più antica civiltà d’Africa, dopo quella egizia. A Kerma Charles Bonnet, direttore di una missione dell’Università di Ginevra a cui partecipano anche archeologi francesi, sta scavando dalla fine degli anni Settanta, riprendendo e ampliando le ricerche condotte fra il 1913 e il 1916 dal famoso egittologo americano George Reisner. Così è stato possibile scrivere la storia di una civiltà lontana, che nell’arco di un millennio (circa dal 2500 al 1500 a.C.) seppe sviluppare una potenza tale da contrastare le armate egizie e che, anche quando cadde e fu sottomessa dai faraoni, seppe conservare i propri tratti culturali.

Dell’Alta Nubia – o, meglio, Kush, com’è più corretto chiamare questa regione riferendosi all’epoca faraonica – e di Kerma abbiamo parlato a più riprese su Archeologia Viva (vedi: nn. 26, 27, 34). Kerma è appunto il nome odierno del villaggio che sorge dove un tempo si trovava la capitale dell’antica terra di Kush. Sviluppatasi a partire dal 2500 a.C., la civiltà di Kerma era nota agli Egizi della fine dell’Antico Regno come terra di Yam e poi, dal Medio Regno (1994-1650 a.C.), come Kush. I faraoni dell’Antico e Medio Regno tentarono a più riprese di conquistare questo centro nevralgico dei traffici fra l’Africa equatoriale e lo stesso Egitto, ma senza successo, arrivando a costruire un’impressionante serie di fortezze all’altezza della 2ª cateratta (in Sudan, presso Wadi Halfa, oggi sparita sotto il lago Nasser) per arginare i temibili vicini meridionali. […]