Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 107 – settembre/ottobre 2004

di Piero Pruneti

Questa volta ripartiamo dalla Preistoria. Anzi dalla più antica Storia dell’uomo, come preferiva chiamarla il grande paletnologo Antonio Mario Radmilli, sostenendo giustamente la continuità assoluta di ogni momento della vicenda umana.

In questo numero ampio spazio e la stessa copertina sono dedicati a Isernia La Pineta, uno dei siti europei più ricchi di testimonianze dei nostri lontani progenitori. Ma non solo di ricchezza di giacimenti archeologici si tratta. A Isernia, dove si lavora dal 1979, la vasta area di scavo che si affaccia sulla superstrada per Boiano e Campobasso, verso il cuore delle terre sannitiche, è un museo in divenire o, se vogliamo, un unico grandioso laboratorio dotato delle più sofisticate attrezzature per le indagini sul terreno e per la lettura dei dati, dove durante tutto il corso dell’anno si alternano ricercatori da ogni parte d’Europa. È un’esperienza bella quella di Isernia La Pineta, cresciuta in venticinque anni grazie all’impegno dell’Università di Ferrara in stretta collaborazione con la Soprintendenza del Molise e l’Amministrazione provinciale per diventare oggi, grazie alle sue efficienti strutture, la “capitale” italiana del Paleolitico.

D’altronde, quanto è tornato in luce è grandioso e di fondamentale importanza per il popolamento europeo: una quantità impressionante di ossa di animali e di pietre scheggiate – in questo caso non si esagera parlando di una “miniera” – con strati riferibili a diversi periodi di frequentazione da parte dei gruppi di uomini preistorici che cacciavano nei dintorni. Come si può osservare nei disegni ricostruttivi che accompagnano l’articolo e che sono esposti nel locale museo, le indagini hanno consentito di definire molti aspetti dell’ambiente e della vita dell’epoca, a partire dagli eventi geologici, clima, flora e fauna per arrivare a comprendere l’intera dinamica del faticoso lavoro con cui gli uomini, in diretta concorrenza con gli animali, quotidianamente assicuravano la sussistenza del proprio “nucleo familiare”. Per tutto questo, come cittadini d’Europa, si deve un riconoscimento particolare al professor Carlo Peretto, per il suo acume di grande detective della Preistoria e per il modo in cui ha saputo coinvolgere nello scavo di Isernia le nuove generazioni di ricercatori. Siamo onorati di averlo avuto fra i primi membri del nostro comitato scientifico e di ospitarlo al prossimo Incontro di Archeologia Viva.

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”