Incontro con Michel Serres La voce della storia

Archeologia Viva n. 106 – luglio/agosto 2004
pp. 86-87

Intervista di Giulia e Piero Pruneti

«L’epoca del mondo globalizzato impone un ripensamento del concetto stesso di Umanesimo»

«Stiamo vivendo il Grande Racconto capace di diffondere una cultura in armonia fra i saperi»
«Da una società di ritenzione dell’informazione siamo passati a un sistema di massima diffusione e questo va d’accordo con la democrazia»
«Il sapere ha una struttura inversa a quella dell’economia: si dà agli altri una cosa senza perderla per noi»
«L’uomo affronta le nuove sfide del mondo in cui vive mutando la sua cultura»

L’uomo e il suo rapporto con la natura, le altre culture, l’universale. Si può sintetizzare così il tema dell’incontro di questo numero con il filosofo Michel Serres, occasionalmente in Italia dopo oltre dieci anni di assenza, ospite dell’Istituto francese di Firenze.

Con un percorso di ricerca alle spalle di quasi mezzo secolo condensato in ben trentasette volumi, il lavoro di Serres si è avviato nel 1969, con il primo libro Passaggio di Nord-Ovest, il cui titolo non può non condurci verso la recente opera del suo collega e amico Giacomo Marramao, Passaggio a Occidente (2003), di cui abbiano parlato in AV n. 104. Indirizzatosi più di recente verso la ricerca antropologica, biologica e sociologica, nelle ultime pubblicazioni come Hominescence (2001) e L’incandescent (2003), il pensatore francese affronta temi che si aprono non solo allo “scavo” sulle origini, ma anche alla piena attualità del nostro tempo, nel tentativo di analizzare l’odierna svolta dell’umanizzazione.

Nato a arigi nel 1930 dopo essere stato a lungo docente di Storia della scienza a Parigi, Serres insegna oggi negli Usa alla Stanford University. Dal 1991 siede tra gli accademici di Francia.

D: Il suo primo libro, Passaggio di Nord-Ovest,  e l’ultimo di Giacomo Marramao, Passaggio a Occidente: oltre dopo trent’anni dal suo primo “passaggio”, inteso anche come transizione, cambiamento, sviluppo, questo tema ancora attualissimo pare assumere tuttavia significati molto diversi. E allora, in cosa è diverso il suo “passaggio” da quello del professor Marramao?

R: Il libro dell’amico Marramao affronta il tema del “passaggio” dal punto di vista della filosofia politica, come transito di tutte le culture, anche di quella occidentale, verso la ricchezza delle loro differenze. Per comprendere il significato del mio “passaggio” bisogna invece calarsi in un’altra dimensione: quella che ha a che vedere con la filosofia della scienza.

Passaggio di Nord-Ovest è una felice metafora che indica il difficile e tortuoso transito dalle scienze naturali a quelle umane. Quel tentativo cioè di costruire una nuova cultura dello scambio che unisca insieme le scienze, le arti, le leggi e le religioni in un nuova alleanza tra uomini, natura e sicenza. […]