Sopra e sotto il mare di Ustica Dentro lo scavo

Archeologia Viva n. 105 – maggio/giugno 2004
pp. 80-84

di Francesca Spatafora e Giuliano Volpe

Mentre riprendono le ricerche di superficie per chiarire il popolamento dell’isola è stato avviato uno scavo nelle acque dell’antico approdo sulla rotta fra l’Africa e la penisola italiana

Un rinnovato interesse per la più antica storia di Ustica si è di recente concretizzato, oltre che nell’adozione di un “Piano paesistico” che garantisce la conservazione e la tutela delle bellezze ambientali e delle testimonianze storico-archeologiche dell’isola, anche nell’avvio di fruttuose indagini. L’isola fu abitata fin dalla Preistoria: tracce di frequentazione sono state riconosciute a partire dall’età neolitica, mentre un’intensa occupazione è documentata per tutta l’età del Bronzo.

In particolare, alla media età del Bronzo (1450-1250 a.C.) si riferiscono numerosi insediamenti sparsi nell’intero territorio isolano che dimostrano, tra l’altro, come fra XIV e XIII sec. a.C. Ustica fosse inserita nelle rotte commerciali mediterranee e tirreniche e come stretti fossero i legami con la Sicilia e le isole Eolie: tra essi, il villaggio dei Faraglioni è certamente il più esteso e importante per posizione e stato di conservazione. L’insediamento capannicolo si affaccia direttamente sul mare. L’alta falesia costituiva la difesa naturale del villaggio su questo lato, mentre una possente opera difensiva ne garantiva la sicurezza verso l’interno.

Gli scavi del villaggio dei Faraglioni (avviati dalla Soprintendenza di Palermo con quattro campagne effettuate tra il 1974 e il 1980 da Giovanni Mannino e proseguiti tra il 1990 e il 1999 a cura di Ross Holloway della Brown University – Usa) hanno portato alla scoperta di un significativo tratto dell’abitato, in cui si è riconosciuto un impianto di tipo protourbano, mentre le ricerche hanno solo marginalmente interessato l’imponente sistema fortificato.

La possibilità di riprendere l’indagine archeologica e di sistemare ai fini delle visite l’intera area (già demanializzata) si deve oggi alla stesura di un nuovo progetto avviato dalla Soprintendenza – che conduce direttamente i nuovi scavi in collaborazione con l’Università di Catania – che consentirà di approfondire la comprensione dei fenomeni culturali che caratterizzarono quel particolare momento della preistoria siciliana conclusosi a Ustica con la distruzione del villaggio e l’abbandono dell’isola alla metà del XIII sec. a.C. […]