Incontro con Giacomo Marramao La voce della storia

Archeologia Viva n. 104 – marzo/aprile 2004
pp. 84-87

Intervista di Giulia e Piero Pruneti

«Il problema dell’Occidente non sta nel rapporto con l’Islam ma nel confronto con l’Asia»

«È bene uscire dal paradigma classico per cui la globalizzazione o è omologazione totale o diventa scontro di società»

«Gli Stati sovrani risultano troppo piccoli per far fronte alle sfide del mercato globale e troppo grandi per controllare i conflitti indotti dai localismi»
«Paradossalmente abbiamo un cosmopolitismo dei poveri e un localismo dei ricchi»

Continuiamo il nostro viaggio attraverso il pensiero di storici e filosofi contemporanei, proponendo in questo numero l’intervista a Giacomo Marramao, ordinario di Filosofia politica presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze Sociali dell’Università di Roma Tre, nonché direttore scientifico della Fondazione Basso-Issoco e membro del College International de Philosophie di Parigi.

Lo abbiamo incontrato all’indomani dell’uscita del suo nuovo libro Passaggio a Occidente. Filosofia e globalizzazione (Bollati Boringhieri) che affronta, seguendo un approccio rigorosamente filosofico, alcune delle questioni e tematiche più rilevanti del tempo che stiamo vivendo.

D: Il titolo è emozionante. Richiama antiche rotte verso l’ignoto. Se vogliamo, anche l’idea di un “mondo nuovo”. Ma lei cosa intende per “Passaggio a Occidente”, il titolo del suo libro?

R: “Passaggio” va assunto nel doppio senso di viaggio e di mutamento, di rischio e di opportunità. Il processo che, a partire dalla fine degli anni Ottanta, si sta svolgendo sotto i nostri occhi in ultima analisi altro non è che un impervio passaggio a nordovest ti tutte le culture: un periglioso transito verso la medernità destinato a produrre trasformazioni profonde nell’economia, nella società, negli stili di vita non solo nelle civiltà “altre”, ma della stessa civiltà occidentale.

Nel titolo si trova dunque depositata la tesi che fa da guida alle molteplici “circumnavigazioni” del libro. In un certo senso, esso reca in nuce la mia tematizzazione filosofica di quel complesso di fenomeni spesso “eterologhi” che viene abitualmente compendiato sotto l’etichetta di globalizzazione nell’area germanica e anglosassone e di mondializzazione nell’area cultual- linguistica romanza, comune ai paesi neolatini. […]