Jacques Le Goff: il mio Medioevo Nel cuore della civiltà europea

il medioevo di le goff

Archeologia Viva n. 103 – gennaio/febbraio 2004
pp. 48-63

di Jacques Le Goff

La grande mostra di Parma sul Medioevo europeo dedicata allo storico francese è l’occasione per riflettere su una (lunga) epoca che per la sua estrema complessità tende a sfuggire ai grandi quadri d’insieme

Le Goff ci offre un percorso per capire l’essenza di quel “villaggio globale” che fu l’Europa nell’età di mezzo

Le porte erano luogo privilegiato dei contatti e degli scambi tra città e campagna, ma le più significative, più ricche di valori affettivi e simbolici, furono le porte delle chiese. La porta è, nel Medioevo, simbolo di Cristo. L’abate Sugieri, costruttore della spledida abbazia francese di Saint-Denis, dice del Cristo che è la vera porta (Christus janua vera) e il cistercense Guglielmo di Saint Thierry così Lo saluta (1153): «O Tu che hai detto: Io sono la porta e chi entra attraverso di me sarà salvato. […] La casa di cui Tu sei la porta è il Cielo nel quale abita il Padre Tuo».

Nel XII secolo alla porta della chiesa del grande pellegrinaggio di Santiago di Compostella, in Galizia, viene dato il nome di Portico della Gloria. Ho in mente porte antiche, risalenti ai secoli dal V al XIII, realizzate nei due materiali più significativi dell’epoca: il legno e il bronzo.

Il Medioevo europeo rimane a lungo un mondo di foreste, un mondo del legno, al contrario del Vicino Oriente, povero di alberi. Il bronzo è un legato dell’Antichità, un materiale di lusso che giunge all’Occidente medievale per intermediazione o a imitazione di Bisanzio. […]