Olbia: relitti di storia Archeologia subacquea in Sardegna

Archeologia Viva n. 102 – novembre/dicembre 2003
pp. 16-31

di Rubens D’Oriano e Edoardo Riccardi

I lavori per il tunnel – da poco inaugurato – per risolvere i problemi di circolazione sul versante a mare di Olbia hanno portato alla scoperta del porto antico rimasto “sigillato” da un evento distruttivo forse legato alle invasioni barbariche e dal successivo interramento di tutta l’area
È stata recuperata una quantità incredibile di relitti e reperti mobili che documentano la storia dell’importante città del “Nordest” sardo e più in generale delle costruzioni navali dall’età romana al medioevo

Il primo luglio 1999, nell’ambito della quotidiana attività di controllo che la sede di Olbia della Soprintendenza per i beni archeologici di Sassari e Nuoro effettua sui cantieri aperti in città, nell’area dove all’epoca si lavorava per la realizzazione del tunnel di raccordo tra il porto e la viabilità extraurbana venne constatata la presenza di legni di imbarcazioni romane e di altri materiali archeologici. Da allora sono state condotte tre campagne di scavo, conclusesi nel dicembre 2001, che hanno via via interessato buona parte dell’intero tracciato del tunnel (metri 380x20x4 di profondità media) e che hanno portato al rinvenimento di oltre venti porzioni di imbarcazioni antiche e alla raccolta di una strabocchevole quantità di reperti mobili (circa seicento cassette di materiale, pur drasticamente selezionato). In questa sede è possibile fornire solo una panoramica dei dati più rilevanti sul piano storico, trattando appena le evidenze archeologiche sui quali si fondano, ma la rilevanza dei risultati e l’eco che lo scavo ha avuto impongono di fornire senza altro indugio almeno questa nota preliminare, rimandando le argomentazioni di dettaglio ad altre più opportune occasioni. […]