Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 102 – novembre/dicembre 2003

di Piero Pruneti

Beni culturali e paesaggio in situazione d’assedio. Non è altrimenti definibile quello che in Italia sta avvenendo ai danni del patrimonio. Sullo scorso numero della rivista eravamo a invocare una correzione delle “legge Tremonti” per distinguere chiaramente fra beni di valore storico, artistico, paesaggistico e archeologico, che come tali devono – in un paese civile – rimanere inalienabili, e beni che questo valore non hanno e che pertanto possono essere affidati alla Patrimonio S.p.A. e abbandonati al loro destino di merce destinata a procurare soldi allo Stato. Dicevamo anche che ha poco senso da un lato preparare, con la mano del ministro Urbani, un nuovo Codice mirante a elevare il livello di tutela e di valorizzazione dei beni culturali e, dall’altro, ipotecare, con la mano del ministro Tremonti, la sicurezza dello stesso patrimonio. Arriva ora l’iniziativa di un nuovo condono edilizio, dopo quello di Craxi (1985) e quello del primo governo Berlusconi (1994). Così un provvedimento accettabile solo a patto di considerarlo eccezionale e irripetibile, di fatto acquista natura ciclica, ordinaria, fornendo ormai la certezza che gli abusi basta compierli e prima o poi si potranno sanare. Quindi viva i furbi e peggio per chi non lo è!

Ma, a parte questa considerazione umiliante per il cittadino onesto, a noi preme sottolineare quanto la diffusione cronica degli abusi edilizi colpisca al cuore il Bel Paese, cioè quel complesso irripetibile di monumenti e “vedute”che costituisce l’essenza dell’Italia e del nostro sentirci italiani. I palazzi, le aree archeologiche, i centri storici hanno un valore in sé e una dimensione particolare che viene data dall’ambiente, naturale o urbano, in cui sono inseriti. Esiste un’osmosi fra il monumento e ciò che gli sta intorno, come non esiste soluzione di continuità, in tutta la Penisola, fra beni culturali e paesaggi. Gli uni sono nati così perché c’erano gli altri. Ecco, a ogni colpo di abuso questa osmosi e questa continuità si spezzano, infierendo su una situazione conservativa già ampiamente compromessa. Vorremmo vivere in un Paese dove i valori sono considerati tali e difesi – si fa presto a parole – nella pratica quotidiana; dove non vergognarci delle nostre scelte davanti ai figli, che mai potranno capire le ragioni dei nostri scempi, a meno che a loro volta facciano come noi. Chi disse: «Non scandalizzate i piccoli»?

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”