Ugento e l’amata statua di Zeus Futuro del passato

Archeologia Viva n. 101 – settembre/ottobre 2003
pp. 83-87

di Nicola De Paulis

In Puglia il caso archeologico straordinario della statua di un dio greco realizzata a Taranto e oggetto di culto da parte delle locali popolazioni messapiche che se ne fecero scudo contro gli stessi coloni d’oltremare

Narra Tito Livio che la disfatta subita dai Romani nella battaglia di Canne (216 a.C.) fu così grande che passarono ai Cartaginesi molte delle popolazioni dell’Italia meridionale fra cui gli «Uzentini» e alcune «ignobiles» città dei Salentini. Il termine ignobiles dovrebbe essere riferito a città poco note, oscure, mentre se ne deduce che Uzentum (l’odierna Ugento, in provincia di Lecce), patria degli uzentini citati da Livio, città federata e poi municipio romano a partire dal I sec. a.C., doveva essere, già prima delle guerre annibaliche, uno dei centri più importanti della Messapia, l’odierno Salento, la parte più meridionale della Puglia.

Lo stesso storico latino riferisce che Annibale trascorse in territorio salentino l’estate del 213 a.C., l’anno in cui si impadronì della città di Taranto. Tale testimonianza letteraria sull’antica Ugento, citata anche da numerose altre fonti, ci conferma l’importanza delle antichità che ancora si celano in questo territorio, sotto strade e abitazioni moderne, sconvolgimenti di terreno, rovi e macchia mediterranea. […]