Aramat è arte. Il Sahara racconta… Preistoria nel deserto

Archeologia Viva n. 101 – settembre/ottobre 2003
pp. 36-47

di Gianna Giannelli e Fabio Maestrucci

Recenti scoperte nel Tassili libico propongono nuovi elementi per comprendere il passaggio delle antiche popolazioni dall’economia di caccia all’allevamento: un’area alla periferia dei grandi centri culturali noti ma con una tale ricchezza di opere da stimolare la rilettura dei maggiori temi storico artistici legati alla vita dell’uomo nel Sahara

Da quando alla metà dell’Ottocento fra i monti dello Ksur, a sud di Orano (Algeria), furono scoperte le prime incisioni rupestri, il Sahara non ha mai finito di stupire. Le successive campagne di ricerca rivelarono l’esistenza di veri e propri santuari di arte rupestre nel Tassili n’Ajjier (Algeria), nell’Acacus e nel Messak (Libia), fra i massicci dell’Air (Niger) e dell’Ennedi (Ciad), luoghi dove l’uomo ha lasciato tracce notevoli della sua lontana presenza. Le indagini hanno permesso di comprendere l’evoluzione storica dei gruppi umani che hanno vissuto in queste aree, anche se ogni scoperta e nuovi metodi di ricerca possono contribuire a rielaborare tesi già acquisite.

Dall’inizio degli anni Novanta, ad esempio, nel Tassili libico presso il confine algerino, l’altopiano dell’Ararat (un vasto territorio a nordovest dell’oasi di Ghat) ha rivelato un complesso di raffigurazioni di estremo interesse per verificare l’attendibilità della periodizzazione finora applicata all’arte rupestre sahariana, l’espansione, lo stile e i soggetti figurativi, la contemporaneità dei cicli iconografici. Già in passato nel versante orientale del Tassili, alcuni dei più noti ricercatori dell’area sahariana, quali Leo Frobenius, Giuseppe Scortecci, Fabrizio Mori e Hans Rhotert, avevano segnalato la presenza di testimonianze rupestri negli uidian Ido, In Elegghi, Ekki, Ertan e Tarhoscht; ma ciò che è emerso dai sopralluoghi finora effettuati, e solo recentemente resi noti, è l’evidente ricchezza dell’Aramat: alle circa ottanta stazioni già individuate di arte rupestre si è aggiunta l’ultima straordinaria scoperta, effettuata da Francois Soleilhavoup (Gruppe Art Rupestre du Conseil International des Musées Icom-Unesco), che ha confermato l’esistenza di una nuova regione artistica in una zona finora “dimenticata”. […]