XIII Rassegna di Rovereto Archeologia e cinema

Archeologia Viva n. 98 – marzo/aprile 2003
pp. 92-95

di Claudia Beretta, Emanuele Giacoia e Barbara Maurina

Alla XIII Rassegna di Rovereto si è imposto il fascino dell’isola di Pasqua con un film francese (al solito!) sull’avventura archeologica dell’italiano Giuseppe Orefici

Rovereto, in Trentino. Una città particolare, con molte anime. Una forte, intrisa di contemporaneità, nell’arte futurista di Depero che qui ebbe la sua patria d’artista e nel grande Museo d’arte moderna e contemporanea di recente apertura progettato da Mario Botta; un’anima scientifica, con la cittadella della scienza rappresentata dall’Università, dal Museo Civico con il suo planetario e le sue tecnologie innovative; un’anima musicale che le fa ospitare festival internazionali di musica e danza. Ma Rovereto è anche – forse soprattutto – città della memoria: i personaggi che vi sono nati, quali il filosofo Antonio Rosmini o l’archeologo Paolo Orsi, oppure che semplicemente vi hanno fatto sosta, come Mozart o Goethe, la Campana della Pace che ogni sera suona cento rintocchi per i caduti di tutte le guerre, le istituzioni che affondano in storie secolari.

Nel solco di questa tradizione c’è un altro modo di fare memoria, quello della Rassegna internazionale del cinema archeologico, diretta da Dario Di Blasi per il Museo Civico di Rovereto in collaborazione con Archeologia Viva, dove trovano sintesi lo spirito di modernità e il legame con il passato. Tema dell’ultima Rassegna è stato il “Patrimonio archeologico, artistico e culturale: memoria da salvare”. Sullo sfondo di un panorama internazionale pieno di tensioni regionali e planetarie, la rassegna roveretana ha ospitato circa sessanta film, in gran parte inediti, di tredici nazioni, a testimoniare il ruolo fondamentale di ogni cultura nelle comuni radici come nelle profonde differenze che distinguono l’umanità.

Tra i fini della Rassegna roveretana è la salvaguardia del patrimonio, ma anche la diffusione della conoscenza attraverso il cinema, e quindi la tutela di un bene altrettanto prezioso quali sono le stesse opere filmiche. Da quando è nata la Rassegna, nel 1990, il Museo Civico di Rovereto conserva nel proprio archivio tutti i filmati partecipanti, dalle grandi e ricche produzioni internazionali agli interessanti lavori di opere indipendenti (circa millequattrocento bobine fino a oggi). Si tratta di documenti per la maggior parte destinati a disperdersi senza lasciare traccia, vista la poca attenzione riservata dai comuni circuiti televisivi e cinematografici. Ecco quindi anche il senso, all’interno della Rassegna, della nuova sezione “Retrospettiva”, dove si sono presentati alcuni dei film più significativi delle passate edizioni. Altra novità la serie “Italia infinita” di Folco Quilici: filmati che scoprono l’Italia con la sua – appunto – “infinita” ricchezza di archeologia, arte e natura. […]