Faraoni: origine e fine di un dio in Terra Tremila anni di Egitto

Archeologia Viva n. 98 – marzo/aprile 2003
pp. 58-80

di Francesco Tiradritti

L’Universo riposa sul faraone… e la lunghissima storia del paese del Nilo trova nel concetto e nella tradizione della regalità la sua più profonda ragion d’essere
Insediato dal dio creatore per scacciare il caos il re fu l’emblema stesso della civiltà egiziana centro del cosmo e della comunicazione fra cielo e terra dove natura cultura religione e politica si confondevano

La nascita dello stato egizio si perde nelle nebbie della preistoria. Nebbie che vanno dissipandosi grazie agli scavi degli ultimi decenni, in siti come Merinde Beni Salama, Kom el-Ahmar, Abido, Naqada, Adaima, Monshat Ezzat. Queste ricerche hanno messo in luce un consistente movimento di popolazioni che, tra VII e V millennio a.C., a causa della progressiva desertificazione del Sahara, si spinsero verso il Nilo e lì si insediarono, integrandosi o sostituendosi alle comunità preesistenti. È il cosiddetto Neolitico egiziano, nel corso del quale tribù di cacciatori e raccoglitori si trasformarono in piccole comunità di agricoltori.

Il processo subì un’accelerazione nel corso del IV millennio a.C. quando, nel nord (Basso Egitto) e nel sud (Alto Egitto), cominciarono a manifestarsi due diverse culture, di cui, con il passare del tempo, quella meridionale prese il sopravvento. In quest’ultima fase della preistoria egiziana, detta Predinastico, fanno la loro comparsa i primi agglomerati urbani di una certa entità, il cui sviluppo appare legato a ragioni commerciali. I centri più importanti, come Naqada, Copto e Ieraconpoli, tutti nell’Alto Egitto, sorsero infatti in località che si trovano lungo il corso del Nilo in corrispondenza dello sbocco degli uadi che, inoltrandosi attraverso il massiccio montuoso orientale, consentono di raggiungere il Mar Rosso. E con il commercio, le prime comunità andarono evolvendosi e stratificandosi. […]