Arte rupestre: messaggi da Skopje Futuro del passato

Archeologia Viva n. 97 – gennaio/febbraio 2003
pp. 78-81

di Marco Merlini

La capitale della Macedonia ha ospitato un convegno internazionale dove si è fatto il punto su alcune ultime importanti scoperte ma soprattutto si è riflettuto su significati e funzioni delle raffigurazioni su roccia

L’arte rupestre come riserva d’informazioni e messaggi dal passato: non solo concetti o idee astratte, ma addirittura sentimenti, eventi, miti, lampi di trascendenza. Il Congresso mondiale di Rock Art, tenutosi a Skopje l’estate scorsa, ha archiviato la concezione puramente “estetica” delle immagini e delle geometrie tracciate sulla pietra migliaia di anni fa. Ne ha anche superato l’interpretazione quale album da sfogliare per intravedere antiche attività e strutture.

I pannelli rupestri vanno piuttosto considerati dei post-it preistorici: messaggi lasciati nel linguaggio sintetico del simbolo, la cui essenzialità è misura della loro efficacia. Al punto che appare riduttivo continuare a chiamare “arte” questa forma non verbale di comunicazione. Studiosi come Noel W. Smith, dell’Università di New York, arrivano a considerarlo un sistema di protoscrittura. Sempre più consideriamo le incisioni su pietra o le pitture rupestri come canali di comunicazione, ma non è agevole intuirne i contenuti. In proposito il Congresso di Skopje è stato un’occasione unica di confronto, anche perché una parte dell’incontro si è svolto “sul campo”, con i vari studiosi che hanno avuto modo di studiare decine di incisioni in territorio macedone. […]