(L’)Europa e il mito di una fanciulla rapita Obiettivo su...

Archeologia Viva n. 96 – novembre/dicembre 2002
pp. 72-79

di Fabrizio Paolucci

Poco o niente sembra abbia a che fare con il nostro continente la ragazza amata da Zeus ma il confronto e lo scambio fra i due concetti è stato nei secoli inevitabile
In ogni caso il ratto d’Europa seguito dalle nozze con la divinità e dai figli divenne emblematico del destino della donna e dell’unione tra individui di origini diverse

Il ricordo delle antiche divinità del pantheon greco-romano, da secoli bandite dalla Terra, sopravvive incontrastato negli spazi siderali. L’intero sistema solare, con i nomi dei suoi pianeti e delle sue lune, costituisce un vero prontuario di mitologia classica nel quale, accanto alle divinità maggiori, quali Venere, Marte o Nettuno, non mancano figure di eroi o semplici mortali, le cui vicende furono legate a quelle degli dèi. È il caso di Leda, Io ed Europa, alcune delle più celebri amanti di Giove, alle quali sono stati dedicati, non senza ironia, altrettanti satelliti orbitanti intorno all’immenso pianeta, che dal signore dell’Olimpo prende il nome.

Fra le numerose conquiste di Giove, Europa fu, forse, colei alla quale il mito riservò la sorte migliore. A differenza di Io o di Callisto, trasformate dalla gelosa Giunone, moglie “legittima” del re degli dèi, rispettivamente in giovenca e in orsa, la fenicia Europa, figlia del re di Sidone (o di Tiro) Agenore, riuscì a preservare le sue sembianze umane divenendo, una volta cessate le attenzioni divine, sposa di un re (Asterio di Creta). Nel mito di Europa, cantato da poeti come Pindaro e Ovidio, è, infatti, Giove ad assumere l’aspetto di un toro per poter più facilmente avvicinare un gruppo di fanciulle intente a raccogliere fiori sulla spiaggia di Sidone. Fra di esse proprio la figlia del re, Europa, fu maggiormente attratta dalla figura possente di quel toro bianco e avvicinatasi, cominciò ad accarezzarlo finché, persuasa della mansuetudine dell’animale, vi montò addirittura in groppa cavalcandolo all’amazzone. Giove non attese oltre e, con Europa sul dorso, si slanciò in mare nuotando dalla Fenicia sino a Creta; qui, dopo essersi rivelato alla donna, il dio consumò il suo amore, rendendo incinta Europa di quattro figli, Minosse, Radamanto, Sarpedone e Sarpedonte, tutti destinati alla poco invidiabile carriera di giudici infernali. Giove, almeno in questo caso, non si dimostrò amante ingrato e convinse Asterio, re dell’isola, a prendere Europa in sposa, adottando anche i quattro piccoli nati dal connubio. […]