Cuma e dintorni Campi Flegrei fra Greci e Romani

Archeologia Viva n. 96 – novembre/dicembre 2002
pp. 54-71

di Giovanna Greco e Stefano De Caro

Il sito di Cuma conserva la memoria di un insediamento indigeno ma decollò con i coloni euboici la ricca storia di questa città e con essa quella dei mitici Campi Ardenti luogo di paurosi scontri di divinità

È la terra delle leggende, dei miti, dell’immaginario. Fuoco e acqua la dominano. Il nome stesso descrive la sua natura: Phlegraia Pedia, ‘Campi Ardenti’, per i Greci; Phlegraei Campi ‘Campi Flegrei’ per i Latini. Da sempre terra circondata di magia: la sua natura vulcanica, i laghi, le fumarole, i soffioni, le incomparabili bellezze ne hanno fatto l’allegoria stessa della natura che qui compenetra turbinosamente i suoi tre regni in un ribollire di eventi che ha scatenato la fantasia e l’immaginazione. Nell’immaginario collettivo dell’uomo greco era lo scenario di una delle più famose lotte scatenatasi tra gli Dei e i Giganti, figure primordiali e remote che, secondo il racconto dello storico greco Diodoro Siculo (I sec. a.C.), conducevano una vita fuori da ogni regola e per questo dovevano essere puniti.

I Giganti si schierarono nella pianura Flegrea, poi detta Cumana, e così come Zeus sconfisse il dragone Tifeo scagliandogli addosso la Sicilia e l’Etna, che ancora oggi vomita i fulmini di fuoco che lo colpirono, così si racconta che Eracle, l’eroe civilizzatore, liberatore dei territori dai mostri, qui sconfisse i Giganti che, sprofondati nell’abisso profondo, segnalano la loro presenza facendo ribollire continuamente la terra. Ed Eracle è figura centrale nella mitologia dei Campi Flegrei: a lui si fa risalire la costruzione della via costiera tra Miseno e Pozzuoli funzionale al passaggio delle mandrie conquistate a Gerione, il gigante vinto dall’eroe in una delle sue celebri imprese; ed è nel tempio di Apollo a Cuma che, secondo molti scrittori antichi, erano conservate le zanne e le spoglie del terribile cinghiale di Erimanto, catturato e ucciso sempre da Eracle per restituire agli agricoltori della piana di Micene la possibilità di coltivare i campi. […]