Vittoriano: la patria di marmo Roma umbertina

Archeologia Viva n. 96 – novembre/dicembre 2002
pp. 20-33

di Sergio Rinaldi Tufi e Valerio Ricciardi

Cercato dai turisti ma lontano dalla gente per la retorica e invadente struttura l’abbacinante monumento innalzato nel cuore della Roma antica per celebrare il Risorgimento sta ricevendo attenzioni particolari nell’attuale clima di rivalutazione dei simboli nazionali

Riflettori puntati sul Vittoriano: non è solo un modo di dire, perché già da qualche tempo un’efficacissima illuminazione fa risplendere il grande monumento nelle notti di Roma, rendendolo certo più spettacolare di quanto non sia di giorno. Ma ora vi sono altre importanti novità. In un clima di riscoperta dei “valori della Patria”, insistentemente promosso dal Presidente Ciampi, i complessi lavori di restauro, peraltro non ancora conclusi, hanno consentito la parziale riapertura al pubblico del gigante di marmo, con le sue terrazze che schiudono mirabili vedute sulle bellezze dell’Urbe e con i suoi spazi interni che ospitano musei e mostre di grande interesse.

Questo momento, per così dire, di euforia non deve far dimenticare i problemi che il Vittoriano ha posto fin dalla nascita, e che tuttora pone. Ai lettori di Archeologia Viva – Storia interesserà senz’altro ricordare i complessi e contraddittori rapporti con l’Antico; ma il fenomeno forse più evidente è la costante contraddizione fra lo straordinario favore che il monumento incontra presso il grande pubblico (quanti turisti, singoli o in gruppi, si saranno fatti fotografare sul suo sfondo, in piazza Venezia?) e le stroncature che da sempre, in toni talvolta fin troppo impietosi, gli ha riservato la critica. […]