L’isola di Pantelleria e il popolo dei Sesi Futuro del passato

Archeologia Viva n. 95 – settembre/ottobre 2002
pp. 74-78

di Alberto Pozzi

I primi abitanti dell’isola nera a sudovest della Sicilia costruirono un grande villaggio ma soprattutto si distinsero per un tipo di sepoltura che non trova riscontri nel Mediterraneo dell’età del Bronzo

I rilievi tradiscono Pantelleria: si riconoscono i coni vulcanici, in parte demoliti dall’erosione, e le colate di lava. L’isola è disseminata di sorgenti termali e fenditure da cui fuoriescono vapori solfurei… Una terra che, agli antichi, doveva apparire alquanto inospitale, ma la presenza dell’ossidiana ne determinò comunque il popolamento già in età preistorica da parte di genti mediterranee, probabilmente liguri. Questo vetro vulcanico era infatti prezioso per ricavare strumenti particolarmente duri e taglienti. La presenza dell’uomo sull’isola è nota a partire dal tardo Neolitico, con una particolare espansione demografica nell’età del Bronzo.

Un forte limite all’insediamento era ed è ancora dato dalla scarsità di acqua potabile e di superfici coltivabili. Oggi il problema idrico è stato risolto con un dissalatore che riesce a soddisfare le esigenze locali e turistiche, mentre le aree coltivabili restano scarse e difficili, come i numerosi campetti inseriti fra i costoni lavici o i fazzoletti di terra difesi dal vento e dall’evaporazione con alti recinti cilindrici di muri a secco che assumono l’aspetto di torri, all’interno dei quali crescono gli alberi da frutto (i jardini di derivazione araba). La superficie pianeggiante più estesa è ormai occupata dall’aeroporto civile e militare, mentre la piana della Ghirlanda, chiusa fra quanto resta delle pareti di due crateri, ospita ancora estesi e regolari campi coltivati. Proprio questa piana, dove appaiono chiari i segni dell’antica centuriazione, conserva così la testimonianza più significativa della presenza romana sull’isola. Pantelleria, l’antica Cossyra, fu infatti colonizzata nel 217 a.C. dai Romani che la sottrassero ai Cartaginesi all’inizio della seconda guerra punica.

Come abbiamo visto, fu l’abbondanza di ossidiana ad attirare in età neolitica una comunità forse di gente ligure, che in seguito costruì un villaggio nella parte nordoccidentale dell’isola. Questo nucleo abitativo, vicino all’attuale agglomerato di Mursìa, costituisce un bell’esempio di “urbanizzazione” preistorica. Il villaggio sorge su uno sperone di roccia vulcanica che comprende tre terrazzi, l’ultimo dei quali si protende verso il mare. Il promontorio è intagliato a nord da un’insenatura (cala di Mola) dove si incontra una delle poche sorgenti di acqua non termale e dove sono i resti di giacimenti argillosi, a lungo sfruttati per la locale produzione ceramica; a sud si trova invece cala dell’Alca che offre un buon approdo. […]