Pagani e Cristiani d’accordo sul sesso? La voce della storia

Archeologia Viva n. 95 – settembre/ottobre 2002
p. 73

di Jacques Le Goff

È vero che la repressione sessuale è stata opera esclusiva del cristianesimo? Sembra proprio di no: la negazione degli istinti era un concetto diffuso nel mondo romano già prima che si affermasse la nuova religione

Le idee sulla sessualità e ancor più le pratiche sessuali si evolvono nella lunga durata: c’è una storia della sessualità e, per le società occidentali, il lungo periodo dal IV al XV secolo è stato una tappa decisiva – da suddividersi in varie fasi – che ha ancora un forte peso sulle concezioni e sui comportamenti attuali, contraddistinti da conflitti più vivi che mai, per quanto la sessualità non sia mai stata quel mondo ordinato e pacifico che sognano preti, moralisti e responsabili dell’ordine pubblico e privato.

L’inibizione era già iniziata. E per diversi motivi…
L’opinione comune vede spesso l’antichità come un’epoca di relativa libertà, se non di lassismo sessuale, che il cristianesimo avrebbe soffocato facendo del Medioevo un lungo periodo di repressione. Tale immagine non corrisponde affatto alla verità storica. Recentemente molti storici della tarda antichità hanno vivamente reagito, proprio come Michel Foucault, a quest’immagine. «I cristiani non hanno inventato la morale cristiana più di quanto non abbiano inventato la lingua latina, ma hanno adottato entrambe come se Dio le avesse loro elargite», scrive Quignard; e Paul Veyne afferma: «I cristiani non hanno represso un bel niente, era già stato fatto». E fa risalire la svolta della repressione sessuale nel mondo romano al I secolo dell’impero, molto prima della diffusione del cristianesimo effettuatasi a partire dal IV secolo. […]