Qadesh: la gloria di Ramesse II Egiziani e Ittiti

Archeologia Viva n. 95 – settembre/ottobre 2002
pp. 24-47

di Maria Cristina Guidotti, Franca Pecchioli Daddi, Giacomo Cavillier, Edda Bresciani e Silvio Curto

Gran parte della fama militare di Ramesse II derivò al celebre sovrano della XIX dinastia dall’esaltazione della “folgorante vittoria” riportata sugli Ittiti nella lontana valle siriana dell’Oronte
In realtà il faraone corse il rischio di una disfatta e la difficile partita si concluse in un sostanziale pareggio

La vicenda rimane un esempio storico di geniale stravolgimento della realtà a fini di propaganda politica in un regim che oggi definiremmo di monopolio totale dell’informazione

Ramesse II “il grande” salì al trono nel 1279 a.C. alla morte del padre Sethi I, uno dei più importanti faraoni della XIX dinastia. Era appena quindicenne. Il suo lunghissimo regno di ben sessantasette anni diede all’Egitto ordine e prosperità all’interno, nonché gloria e prestigio nei confronti dei paesi vicini. Giovanissimo aveva sposato due regine, per prima Nefertari, la “grande sposa reale”, e successivamente Isisnofret. Fu sicuramente Nefertari la sposa più importante. A lei Ramesse dedicò alcuni dei monumenti più belli costruiti durante il suo regno, come la famosa tomba nella Valle delle Regine o il tempio piccolo di Abu Simbel.

I primi tempi furono quelli che diedero a Ramesse II la fama di faraone guerriero: al quinto anno di regno, nel 1275 a.C., si colloca l’evento forse più celebre e celebrato, la battaglia di Qadesh, combattuta contro gli Ittiti. Questo popolo si era già scontrato con gli Egiziani al tempo di Sethi I (1289-1279 a.C.), il quale fece scolpire sulle pareti del grande tempio di Karnak la conquista della città fortificata di Qadesh durante una delle sue spedizioni in Siria. Ma il controllo era durato poco e l’influenza egiziana era rimasta ferma più a sud. Così, dopo una prima spedizione in Siria nell’anno quarto di regno, il giovane Ramesse decise di muovere contro gli Ittiti per riconquistare la strategica fortezza nella valle dell’Oronte.

Ramesse considerò Qadesh un episodio molto importante del suo regno, ma non è forse il solo motivo per il quale fece rappresentare la battaglia in diverse località d’Egitto. Questa insistenza nell’esaltare l’evento fa sorgere il dubbio che il faraone sentisse il bisogno di affermare una vittoria che in realtà non c’era stata. Comunque, vittoria o no, la rappresentazione della battaglia fu un modo per dimostrare che, infine, Ramesse aveva ripristinato l’ordine, di cui era garante nei confronti del popolo egiziano. La battaglia compare sulle pareti di cinque templi costruiti o ampliati da Ramesse in varie località dell’Egitto. In tre di questi templi, ad Abu Simbel, a Luxor e nel Ramesseum (il tempio funerario dello stesso Ramesse a Tebe Ovest), troviamo la raffigurazione pressoché completa dello scontro, mentre gli altri due templi, ad Abido e Karnak, conservano soltanto alcune parti. […]