Longobardi. Una corte a Salerno Alto Medioevo in Campania

Archeologia Viva n. 94 – luglio/agosto 2002
pp. 54-63

di Fabrizio Paolucci

Gli scavi effettuati nella cappella del palazzo principesco di San Pietro a Corte fanno luce sul passato altomedievale di Salerno e sulla storia del ducato di Benevento sopravvissuto alla stessa fine del regno longobardo in Italia

Nella Historia Langobardorum lo storico Paolo Diacono (circa 720-799) narra che il re Autari (morto nel 590) si spinse «fino a Reggio, la città posta all’estrema punta dell’Italia…» e che là avrebbe cavalcato fino a una colonna che si innalzava in quel posto in mezzo al mare e che poi l’avrebbe toccata con la lancia pronunciando le seguenti parole: «Che il territorio dei Longobardi giunga sin qua». È significativo che l’historiographus doctus della gente longobarda inserisca questo episodio nella sua storia, poiché, per quanto chiaramente leggendario, l’aneddoto testimonia come i Longobardi considerassero la Penisola, dalle Alpi sino allo stretto di Sicilia, un’unità geopolitica, sede storica di quella romanitas, la ‘civiltà romana’, di cui si consideravano i legittimi eredi.

Da quando, nel 569, Alboino, alla testa di una confederazione di tribù germaniche fra le quali spiccavano per il gran numero i Longobardi, come un fiume in piena aveva invaso l’Italia settentrionale, il regno longobardo si espanse in pochi anni a tutta la Penisola, fino ad allora controllata dall’impero di Costantinopoli, risparmiando solo alcune sacche di resistenza bizantine, come l’Esarcato e Roma. Nell’Italia settentrionale e centrale venne ben presto creato un sistema di ducati, dipendenti dall’autorità regia residente a Pavia, mentre nel sud la presenza longobarda stentò a strutturarsi in forma stabile. Questa, almeno, era la situazione sino all’avvento del duca Arechi I (590-640), al quale si deve una politica espansionistica verso le coste campane (ancora in buona parte bizantine), che portò alla conquista di importanti piazzeforti come Salerno e Capua.

Nel giro di pochi decenni, il ducato beneventano, così detto perché a Benevento c’era il sacrum palatium, la sede della corte ducale, venne acquisendo un’importanza sempre maggiore all’interno del regno, finendo col divenire un’entità pericolosamente autonoma e indipendente. Alla metà dell’VIII secolo, ad esempio, il duca di Benevento Liutprando non esitò a stringere alleanza con Stefano II papa e con Pipino re dei Franchi, i due tradizionali nemici del regno longobardo. La pronta azione del re Desiderio, calato a Benevento per vendicarsi del traditore Liutprando, riportò nell’orbita regia il ducato che fu affidato a un uomo di fiducia del sovrano, Arechi II, sposo di Adelperga, figlia dello stesso Desiderio. […]