Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 93 – maggio/giugno 2002

di Piero Pruneti

Molti ex lettori di «Storia e dossier» (la rivista Giunti che ha cessato all’inizio del 2002) hanno inviato e-mail – e qualche ormai rara piacevole lettera scritta a mano – di apprezzamento verso Archeologia Viva, che hanno deciso di seguire «per non perdere il tempo delle radici», come ci scrive Fabio Luciani di Imola, o perché «non c’è futuro senza memoria», come ricorda la giovane Anna Sorbetto di Marsala, o addirittura «per il modo in cui voi di Archeologia Viva sapete mettere in luce il valore intrinseco dell’Uomo, da quello preistorico a quello di oggi, evidenziando l’esigenza della solidarietà globale», come ci ha voluto gratificare Ettore Ozieri, «insegnante in pensione» di Imperia. Ho sempre detto che ogni rivista ha i lettori che si merita e io sono contento che Archeologia Viva si sia guadagnata gente che si esprime in questi termini. Una rivista come la nostra vive “per le” e “delle” necessità del suo pubblico. Oppure non vive. Per cui l’apporto che ci viene dal consistente gruppo di «Storia e dossier» che ora ci legge contribuirà senz’altro ad arricchire la nostra testata. Intanto, abbiamo preso in più attenta considerazione la necessità di evidenziare il fatto storico, il personaggio, l’idea, a cui correlare la scoperta. Purtroppo non pochi archeologi si lasciano prendere la mano dalla specificità della disciplina e finiscono con lo scambiare il fine con il mezzo, con il ridurre la ricerca a indagine tecnica, con quella “tessera” che essi ritrovano, ma di cui non si riesce a vedere la collocazione nel “grande mosaico”. Non dimentichiamo: l’Uomo è la sua storia e l’archeologia è uno degli strumenti che abbiamo per ricostruirla.

Tante reazioni ha suscitato l’articolo sulla stele romana di Aksum (AV n. 91). Dalla maggior parte delle lettere emerge la convinzione che il monumento debba essere restituito, non fosse che per gli accordi da tempo stipulati con l’Etiopia – ci permetteremmo un simile comportamento dilatorio con un paese “forte”? -, ma molti sono anche i dubbi sull’opportunità tecnica di un nuovo trasferimento. La lettera dell’amico Asso, che pubblichiamo in “Spazio aperto”, suggerisce una soluzione che vale la pena sottolineare. Sarebbe l’ora di porre termine a una situazione di limbo che, se non toccasse il rispetto della cultura altrui, sarebbe già ridicola per il tanto parlarne a vuoto.

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”