Ugolino della Gherardesca: la ricerca del corpo perduto Medioevo in Toscana

Archeologia Viva n. 92 – marzo/aprile 2002
pp. 66-83

di Massimo Becattini

Con un’operazione a effetto per molti aspetti simile a quella del “riconoscimento di Giotto”nel duomo di Firenze i resti di Ugolino – insieme a quelli dei figli e nipoti con i quali fu lasciato morire di fame nella torre della Muda – sarebbero stati riesumati nella chiesa di S. Francesco a Pisa e il volto del Conte ricostruito facendo ricorso a tecniche fisiognomiche… ancora una volta con un solo non trascurabile problema: di chi sono davvero quelle ossa?

Lunedì 25 giugno 2001: a Pisa, nella chiesa di S. Francesco de’ Ferri, viene aperto il pozzetto tombale al centro della seconda cappella destra, quella dei della Gherardesca. Al di sotto, una volta in mattoni nasconde una spaziosa camera funeraria entro la quale vengono ritrovati nel fango numerosi resti scheletrici e oggetti. Viene diffusa la notizia del probabile ritrovamento delle ossa del Conte Ugolino, dei suoi figli e nipoti, morti nel 1289 nella torre dei Gualandi a Pisa, detta anche “della Muda” o “della Fame”, dov’erano stati imprigionati, e poi sepolti in S. Francesco. Ma pochi giorni dopo, i primi di luglio, è la volta di un secondo pozzetto tombale, presso la parete destra della stessa cappella della Gherardesca: anche questo viene aperto e, sotto i resti di alcuni individui, viene rinvenuto un cilindro di piombo con un documento del 1928 riportante la presunta «copia conforme» di un verbale del 1902, dove si certifica l’appartenenza di quei resti al conte Ugolino, figli e nipoti. Per l’analisi del documento viene interpellata Paola Benigni, soprintendente archivistico per la Toscana, che però non trova conferme a quanto affermato nel testo. Si arriva intanto al 22 settembre 2001, giorno in cui a Pisa viene indetto l’Ugolino Day. […]