Mudéjar: l’arte cristiana che viene dall’Islam Futuro del passato

Archeologia Viva n. 91 – gennaio/febbraio 2002
pp. 72-77

di Debora Barbagli

Nella penisola iberica la Riconquista segnò dei momenti più fecondi dell’incontro fra mondi diversi e l’arte mudéjar ne fu la più genuina espressione

Uno dei frutti più interessanti dell’incontro, nel bacino del Mediterraneo, tra cultura islamica e cultura cristiana maturò a suo tempo nella penisola iberica. Qui, in quella che i cronisti arabi chiamavano al-Andalus, un territorio in realtà molto più esteso dell’attuale Andalusia e comprendente tutta la Spagna centromeridionale, esteso a nord fino al fiume Duero, la presenza islamica occupò un arco di tempo di otto secoli, fra il 711, anno della prima invasione del suolo ispanico da parte di emissari del califfato di Damasco (all’epoca sotto la dinastia musulmana degli Omayyadi, 661-750) e il 1492, momento della Riconquista cattolica di Granata e fine dell’ultimo sultanato islamico in Spagna. La stessa riconquista cristiana della penisola iberica e le conseguenti controffensive arabe sono state un fenomeno di lunga durata, che presero avvio con la conquista di Toledo nel 1085 da parte di Alfonso IV di pastiglia, a cui progressivamente fecero seguito la capitolazione delle altre roccaforti del potere islamico (1118 Saragozza; 1236 Valenza; 1248 Siviglia).

La Spagna islamica ha visto il susseguirsi di un forte califfo omayyade con capitale Cordova (importante centro di irradiamento culturale), cui seguirono all’inizio dell’XI secolo gli instabili regni di taifa (termine che significa fazione, partito) e che, proprio per la loro debolezza e per il contemporaneo risveglio dei regni cristiani del nord, chiedevano l’intervento della dinastia almoravide prima e almohade dopo (a queste due dinaste berbere si deve la formazione di un regno esteso a cavallo tra Spagna e Maghreb). Infine, dopo la conquista di Siviglia sopravvive in Spagna solo la dinastia dei nasridi che fanno di Granada la propria capitale, fino alla definitiva capitolazione del 1492. […]