Agatha Christie fra crimini e archeologia Personaggi

Archeologia Viva n. 91 – gennaio/febbraio 2002
pp. 66-71

di Sergio Rinaldi Tufi

Una mostra sulla celebre scrittrice di gialli sta facendo il giro dell’Europa: ne emerge l’attenta ricostruzione di un mondo dove i personaggi – a partire da quelli reali – si muovono su grandi ed emozionanti fondali archeologici

Lui: «Potrò mai piacerti? Sono uno scavatore di morti».
Lei: «Ma a me i cadaveri interessano moltissimo!».
Altra battuta di lei: «Poiché mio marito è un archeologo, sono sicura di piacergli anche invecchiando».

Non sono personaggi della commedia dell’assurdo e la strana coppia non è strana affatto. Anzi, è lo straordinario sodalizio di due personaggi, che vengono da mondi in apparenza diversi e trovano una singolare armonia, qualche volta, – come nel caso delle battute ricordate – espressa da loro stessi con garbata ironia. Lei è Agata Christie, che tutti conosciamo: ottanta romanzi, tradotti in quarantotto lingue, letti in centotre paesi. Forse meno noto al pubblico è lui: Max Mallowan, a lungo direttore della British Archaeological School di Bagdad, scavatore di Ur, Ninive, Nimrud e di altri celebri siti archeologici del Vicino Oriente. A lui si deve se l’originario interesse per l’Oriente stesso da parte della grande scrittrice di gialli – un interesse che rientra un po’ nel solco di una lunga tradizione di viaggiatrici britanniche – si evolve in un approccio al mondo più antico attento e specifico. […]