Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 91 – gennaio/febbraio 2002

di Piero Pruneti

Mi ero promesso, subito dopo l’insediamento dell’attuale governo, di chiedere un’intervista al nuovo ministro dei Beni e delle Attività culturali, Giuliano Urbani, così come avevo fatto l’anno prima con Giovanna Melandri. Il tempo di orientarmi sui nuovi inquilini del palazzo e avrei telefonato per l’appuntamento. Invece, con il passare del tempo, mi sono perso. Chi comanda al Collegio Romano? Quando si chiedono delle informazioni su cose che ci stanno a cuore – in questo caso il futuro del nostro patrimonio culturale – bisogna essere sicuri che l’interlocutore sia giusto (è una regola che ho imparato agli sportelli delle stazioni, figuriamoci se non vale per la direzione politica di un ministero). E allora, ai Beni culturali comanda il ministro Urbani o il sottosegretario Vittorio Sgarbi? Perché il primo ha fama di persona mite – non ha la classica faccia rassicurante? -, il secondo non proprio e avrei paura a fare domande di troppo: in televisione vedo sempre volare offese (una volta anche un ceffone, ma – si sa – è questione di audience…).

Gli ultimi sberleffi – c’è chi li chiama “sgarbi”, ma io ci rido poco perché sono mirati come pallottole – sono toccati proprio al settore archeologico, nella persona di Graziella Fiorentini, soprintendente ad Agrigento, da molti anni sulla linea del fuoco per la difesa della valle dei templi, una difesa a oltranza di quello che è rimasto dopo il sacco edilizio nella zona di inedificabilità assoluta. Ora, se in Italia esiste un luogo simbolo dello scontro fra la barbarie del non rispetto del territorio con i suoi monumenti – e che monumenti! – e la civiltà delle regole da far valere, questo è la valle di Agrigento, per cui dalla visita pastorale del rappresentante del Ministero ci saremmo attesi un sostegno, almeno morale. Il mite Urbani sa come si comporta e parla il sottosegretario in trasferta? Non lo condivide, ma quello fa lo stesso come vuole perché è protetto in alto? Oppure giocano al gatto e la volpe? E anche questa rivoluzione copernicana delle privatizzazione dei musei “come fanno in America” è farina del sacco di chi? Sì, sì, prima dell’intervista è bene avere il nome del responsabile con cui tocca parlare, per non prendermi del “coglione” se non capisco al volo la bontà delle e perché, nel caffè di circostanza, potrebbe non piacermi la marca dello zucchero. Come dicono i francesi? Noblesse oblige…

Piero Pruneti
direttore di “ArcheologiaViva”