Alqueva: muore il fiume e l’arte rupestre Futuro del passato

Archeologia Viva n. 90 – novembre/dicembre 2001
pp. 78-83

di Autori Vari

Le nuove scoperte di importanti aree di arte rupestre sulle rive spagnola e portoghese della Guadiana rafforzano i dubbi sull’opportunità ambientale ed economica del progettato colossale invaso dell’Alqueva

Ogni cittadino europeo ha versato un euro delle proprie tasse per finanziare la creazione di uno dei più grandi, pericolosi e inutili invasi artificiali mai progettati in Europa. Anche il più convinto ambientalista, senza saperlo, ha contribuito alla futura distruzione di un’area che racchiude elementi di grande interesse storico, archeologico e naturalistico. Tutto ciò grazie anche all’intervento della Comunità Europea, che ha concesso un contributo di 203 milioni di euro per la costruzione della diga dell’Alqueva e che si appresta a erogare una seconda tranche di analogo importo.

Lo sbarramento sulla Guadiana, la cui costruzione è praticamente terminata, creerà un bacino artificiale di circa 250 chilometri quadrati a cavallo tra la regione portoghese dell’Alentejo e quella spagnola dell’Extremadura (il fiume nel tratto interessato corre al confine fra i due Stati). Si tratterà del più grande invaso artificiale d’Europa, lungo un’ottantina di chilometri, nella parte sudoccidentale della penisola iberica. L’invaso è già segnato sulle carte geografiche. Il progetto originario risale infatti ai primi anni Cinquanta, quando si pensava di far sorgere una città industriale in una delle aree più povere del continente, secondo la prassi, allora in voga, delle “cattedrali nel deserto”. Ma questa città non ha più bisogno di acqua perché non è mai stata costruita e non si costruirà.

In seguito all’arrivo dei contributi europei il progetto è stato comunque ritirato fuori per irrigare la regione agricola dell’Alentejo e produrre energia elettrica. Quasi tutte le forze politiche portoghesi sono favorevoli all’invaso che, con tutto il suo indotto di infrastrutture necessarie (680 km di canali principali, 4400 di canali secondari, 114 stazioni di pompaggio, 1100 kmq potenzialmente irrigati), si spera che porti occupazione. Il progetto Pediza (Programma di sviluppo specifico integrato per la zona dell’Alqueva) è stato approvato dalla Comunità Europea il 28 luglio 1997 appunto per rivitalizzare l’economia di un’area che copre circa un terzo dell’intera regione dell’Alentejo e dove abitano 216.000 persone. […]