Etruschi: come nasce un mito Dal Cinquecento a oggi

Archeologia Viva n. 90 – novembre/dicembre 2001
pp. 20-33

di Fabrizio Paolucci

L’incredibile sequenza di ritrovamenti avvenuti ad Arezzo e nel suo territorio a partire dal XVI secolo ora riletti in una serie di mostre nelle località di origine consente di ripercorrere la nascita dell’interesse per gli Etruschi nella cultura moderna e di far luce su alcuni importanti centri dell’Etruria antica

Se vogliamo, la nascita del mito etrusco ha una data, il 15 novembre 1553. In quel giorno ad Arezzo, dallo scavo del fossato antistante la porta San Lorentino, venne inaspettatamente alla luce una grande statua bronzea, pressoché integra, raffigurante uno dei più spaventosi mostri del mito antico, la Chimera. Il luogo di rinvenimento e la presenza di un’iscrizione sulla zampa destra della fiera non lasciavano dubbi sull’etruscità dell’opera che, per potenza espressiva e qualità del modellato, surclassava ogni altra “anticaglia” sino a quel momento trovata entro i confini dell’antica Etruria. La scoperta della Chimera, da allora vera e propria “icona” del mondo e della civiltà etruschi, sembrò, in quel momento, la conferma più esplicita alla teoria della superiorità tirrenica in materia di scultura, appena espressa dal Vasari nella prima edizione (1550) delle sue Vite.

In effetti, la Chimera fu soltanto una delle clamorose scoperte di grande statuaria che si susseguirono in quegli anni nell’Italia centrale. Nel 1541, sempre Arezzo aveva restituito una bellissima statua bronzea di Minerva che era entrata nelle collezioni granducali già nel 1552, mentre nel 1556 venne acquistato da Cosimo I de’ Medici, granduca di Toscana, il terzo dei grandi bronzi etruschi oggi noti, il cosiddetto Arringatore, trovato non lontano dal lago Trasimeno. Mentre queste due opere vennero a costituire il fulcro della collezione di antichità conservata a Firenze in Palazzo Pitti, la Chimera, trasportata nella capitale toscana subito dopo il ritrovamento (1553), fu invece collocata da Cosimo I nel salone di Leone X in Palazzo Vecchio. […]