Archeologia Viva n. 89 – settembre/ottobre 2001
pp. 80-84
di Rosalba Panvini e Lavinia Sole
Le ultime ricerche nell’emporio dell’antica Gela hanno portato alla scoperta di tre splendidi altari con scene che rimandano al vivo della diffusione della cultura greca in Sicilia e delle vicende che videro protagonista il tiranno Gelone
Le recenti indagini nel sito di Bosco Littorio, ai piedi dell’acropoli di Gela, hanno arricchito le conoscenze su questa famosa colonia rodio-cretese della Sicilia meridionale tra il VI e il primo venticinquennio del V sec. a.C., periodo in cui il governo della città era stato assunto dai tiranni. La scoperta di un settore dell’emporio arcaico e, all’interno, di tre pregevoli altari fittili consente, infatti, di aggiungere nuovi e significativi dati sull’architettura civile e sull’impianto urbanistico della città, oltre che sul livello raggiunto da Gela nella produzione coroplastica.
L’emporio, insieme ai quartieri abitativi, si estendeva sulle pendici meridionali dell’acropoli ed era limitato a est dalla foce del Gelas, il fiume da cui la città traeva il nome. Occupava quindi una posizione favorevole, adeguata alla propria funzione di spazio per attività commerciali; peraltro si trovava vicino al tratto di costa in cui doveva essere ubicato l’approdo o il porto della città coloniale, dove ancoravano le navi che trasportavano le mercanzie e imbarcavano i prodotti locali. Nel medesimo braccio di mare nel 1988 si rinvenne il relitto di una nave mercantile greco-arcaica (vedi: AV n. 37), naufragata con il suo carico pregiato intorno al 490-480 a.C. prima che raggiungesse l’approdo della città. […]