Tutta l’archeologia navale a Venezia Archeologia subacquea

Archeologia Viva n. 88 – luglio/agosto 2001
pp. 78-80

di Carlo Beltrame e Guglielmo Zanelli

La città lagunare ha ospitato il simposio internazionale di esperti che periodicamente si riunisce per fare il punto sulle conoscenze relative alle costruzioni navali antiche
Una materia affascinante che studia “da dentro” quanto di meglio l’uomo ha saputo realizzare per vincere le acque

Venezia ha ospitato il IX International symposium on boat and ship archaeology (Isbsa), organizzato dal Dipartimento di Scienze dell’antichità dell’Università Ca’ Foscari. L’Isbsa è il più importante appuntamento per gli archeologi che si occupano della storia delle costruzioni navali. Si tratta di un simposio itinerante che, dopo aver toccato le principali località marittime del nord Europa e dell’Atlantico, per la prima volta è approdato in un porto mediterraneo (coordinamento di Carlo Beltrame con la collaborazione di Giulia Boetto e Sauro Gelichi). Questo di Venezia è stato anche il più importante convegno di archeologia navale finora realizzato. Ben venticinque i paesi rappresentati.

Il tema di questa nona edizione era Boats, ships and shipyards, un titolo con cui si è inteso sottolineare il ruolo che l’Arsenale di Venezia ha avuto nello sviluppo della città, dei suoi domini e nella storia della costruzione navale in genere, nonché quello che la cantieristica privata veneziana ha avuto – e continua ad avere – nella storia delle imbarcazioni tradizionali. I congressisti hanno potuto visitare lo squero (ossia il cantiere di barche) Tramontin e lo squero Casal. Nel primo hanno assistito a una dimostrazione d’uso dei “sesti”, ossia delle sagome per disegnare le ordinate della gondola, da parte del maestro d’ascia Roberto Tramontin (i movimenti dello squerariol sono stati spiegati da Gilberto Penzo, autore del più recente trattato sulla gondola). Invece, presso lo squero Casal, è stato possibile ammirare la collezione di attrezzi da lavoro raccolti dall’Associazione Arzanà.

Dopo il saluto del magnifico rettore, Maurizio Rispoli, la sessione introduttiva è stata aperta da Fred Hocker (Cma, Roskilde, Danimarca) che ha offerto una panoramica sull’archeologia navale sottolineando le sue implicazioni per il futuro dell’Isbsa. Carlo Beltrame ha poi riassunto il quadro critico dello stato della disciplina in Italia, evidenziando come la nostra penisola, nonostante alla fine dell’Ottocento fosse all’avanguardia nel settore, si trovi oggi in posizione di coda sotto il profilo metodologico e organizzativo, mentre, paradossalmente, le zone umide e le acque interne e costiere ci restituiscono testimonianze navali straordinarie, come le navi di Pisa e il giacimento portuale di Olbia. Infine, Luigi Fozzati (Nausicaa, Venezia) ha presentato i ritrovamenti nel Veneto e le iniziative coordinate dal suo centro: la più interessante riguarda lo scavo di una delle due imbarcazioni trecentesche (una è una galera) giacenti lungo la riva dell’isoletta sommersa di San Marco in Boccalama. A Mauro Bondioli è toccato analizzare l’Arsenale di Venezia quale luogo di costruzione d’imbarcazioni e di lavoro per centinaia di marangoni. […]