KV55: giallo nella Valle dei re Misteri dell'antico Egitto

Archeologia Viva n. 86 – marzo/aprile 2001
pp. 40-48

di Graziella Busi

Agli inizi del XX secolo la necropoli reale di Tebe restituì una tomba piena di enigmi che lascia aperte suggestive ipotesi sull’identificazione dei proprietari
L’intricata vicenda archeologica è ambientata ai tempi fascinosi della famiglia Akhenaton e della contrastata “eresia” del culto “monoteista” di Aton

Una fra le tombe della Valle dei re (Tebe, attuale Luxor, sponda occidentale del Nilo) che ha generato più controversie è la KV55, nota come Nascondiglio di el-Amarna. A oltre novant’anni dal ritrovamento non sono stati ancora raggiunti pareri unanimi sull’identità del personaggio sepolto al suo interno.

La KV55 venne rinvenuta nel gennaio del 1907 a opera di un’équipe sovvenzionata da un avvocato in pensione di New York, Theodore M. Davis (questi nel 1902 aveva ottenuto dall’Egyptian Antiquities Service la concessione di scavo nella valle dei Re), e di cui facevano parte l’ispettore per le Antichità egiziane dell’Alto Egitto Arthur Weigall e il giovane archeologo britannico Edward Ayrton. I rapporti di scavo redatti dagli autori della scoperta furono raccolti nel 1910 in un libro, ma a causa dello scarso valore scientifico della pubblicazione gli egittologi che in seguito hanno cercato di mettere ordine questa comunque affascinante vicenda si sono trovati di fronte a lacune e contraddizioni.

I ricercatori, dopo vari sondaggi vicino alla tomba di Ramses IX, s’imbatterono in una gradinata nella roccia che portava a un ingresso chiuso da un muro a secco realizzato con semplici scagli di calcare. Subito dietro questo muro ne fu rinvenuto un altro già in parte abbattuto, segno che nell’antichità la tomba era stata rivisitata dopo la sua chiusura primaria. Questo secondo muro era stato costruito con più cura, utilizzando blocchi di calcare cementati tra loro e ricoperti sul lato esterno da uno strato d’intonaco cu cui erano ancora visibili le impronte dei sigilli del tipo usato dal collegio sacerdotale tebano di Amon-Ra per le tombe reali: nell’ovale del sigillo era raffigurato uno sciacallo disteso sopra ove uomini legati. Si trattava dunque di una sepoltura regale. […]