Etruschi atto II L'apogeo e la fine

Archeologia Viva n. 86 – marzo/aprile 2001
pp. 20-39

di Fabrizio Paolucci

Dopo l’età orientalizzante dei principi la civiltà etrusca si consolidò nella ricchezza culturale ed economica delle città rafforzando la propria potenza sui mari ed espandendosi territorialmente ben oltre i confini dell’Etruria propriamente detta
E tutta l’affascinante parabola storica dei Tirreni dalle origini alla fine drammatica nella romanità un grande evento espositivo a Palazzo Grassi

A partire dall’VIII secolo a.C. i coloni greci e fenici crearono sulle rive del Mediterraneo occidentale una fitta rete di colonie, che, oltre a offrire una soluzione ai problemi di sovrappopolamento delle rispettive patrie, divennero presto fiorenti centri commerciali. Questa catena pressoché ininterrotta di città presenta un’ampia lacuna corrispondente alle coste del mar Tirreno: fra Cuma, la più antica colonia greca in Occidente, e la Provenza (dove sorse la colonia focese di Marsiglia), esiste un vuoto che neppure i Fenici, stanziati in Sardegna, colmarono mai. Tale discontinuità non si può spiegare con una mancanza d’interesse da parte dei colonizzatori greci e fenici: ad esempio, nell’Italia centrale, i ricchi giacimenti metalliferi dell’alto Lazio e della Toscana dovevano costituire, allora come forse già in età micenea (XIII-XII sec. a.C.), uno dei principali motori di quella Drang nach Western, o ‘spinta verso l’Ovest’, che accomunò il mondo greco e fenicio di età arcaica (VII-VI sec. a.C.). La mancata colonizzazione delle coste tirreniche si spiegherebbe, quindi solo col fatto che già i primi esploratori trovarono su queste coste non popolazioni divise e disorganizzate, bensì organismi territoriali già formati, che facevano capo a centri protourbani di notevole dimensioni, ovvero un ethnos indigeno già cosciente della propria individualità e originalità che non poteva essere facilmente sottomesso o disperso, come era accaduto nell’Italia meridionale, ma col quale si poteva trattare soltanto da pari a pari. […]