Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 86 – marzo/aprile 2001

di Piero Pruneti

In allegato a questo numero troverete le proposte per il 2001 dei Viaggi di Archeologia Viva, che inaugurano la nostra collaborazione con Utat, uno dei tour operator più accreditati a livello europeo. E siccome siamo in tema “viaggio” – una dimensione ineludibile per chi sente il fascino del passato – vorrei esprimere qualche considerazione, che forse potrà sembrare incoerente se in altra parte della rivista proponiamo un catalogo, ma che non lo è, perché in fondo il mio sarà solo un invito alla preparazione (e alla moderazione). Sintetizzo, per comodità, e “attualità” di sentire, quanto è emerso nel dibattito con un gruppo di studenti liceali cui ho partecipato in compagnia dell’amico Claudio Baglioni (reduce da una tournée su questo stesso filo conduttore). È importante viaggiare? Sì. Viaggiare molto? No. Si può non viaggiare per niente e capire tante più cose di altri (successe ad Alessandro Manzoni che in vita sua quasi non si mosse di casa). Attenzione a non applicare “l’usa e getta” al contatto ravvicinato con il patrimonio culturale altrui. Penso alla preparazione che richiede, ad esempio, la visita di un paese come la plurimillenaria Siria. Un solo viaggio intensamente vissuto fornisce materia di studio e riflessione per mesi, anni. Succedeva fino a mezzo secolo fa che chi viaggiava teneva almeno un diario, scriveva un libro, disegnava, pubblicava foto. Com’è bello rileggere i taccuini di quelle intense esperienze… Proprio un nipote del già ricordato Manzoni, Renzo, andò in Yemen e rimase per sempre legato a quel paese. Perché viaggiare era un momento privilegiato dell’esistenza, non un annoiato guardar fuori dal finestrino. Non c’è cosa più stupida e, a suo modo, violenta che lasciarsi portare nel mondo dalla noia dell’essere e dalle proprie disponibilità finanziarie. Ricordo un pensiero di Seneca: cambia il cielo, non l’animo, chi attraversa il mare. Se viaggiare è – come deve essere – capire le culture “altre”, si tratta di un gioco prezioso dell’intelligenza, di un momento dell’anima, di «un’occasione che come l’amore – ha detto una ragazza durante il citato incontro con il cantautore – non si deve bruciare». Credo che un problema delle società ricche sia quello di viaggiare meno e meglio, per rispettare gli altri e anche se stessi.

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”